Si,non che sia un pittore nato,ma diciamo che me la cavo bene col rullo e sono anche abbastanza veloce,dissi alla mia amica Cristina camminando in Strada Nuova.Il vero problema,continuai,e' che sono un disastro nel senso che sono maldestro,disattento.Un po' come a scuola,quando ero l'eterno assente.Perche', cioe',io le cose le faccio,mi impegno,ma la mia testa e' da un altra parte.C'e' poco da fare,la mia testa va qua e la,ma e' piu' di la che di qua e cosi accadono i malanni.Ma insomma,nulla di irreparabile dai,alla fine quel che conta e' il risultato,non credi?Mi guardava con gli occhi sgranati Cristina e ascoltava ogni mio racconto a bocca aperta,sembrava gia' essere seduta a Teatro ed ogni volta che io aprivo bocca per lei era come se assistesse a uno spettacolo.Mi diceva sempre,raccontime,raccontime.E io le raccontavo.Oh,mi toccava inventare anche un sacco di balle,che sia chiaro,ma la fantasia spesse volte fa miracoli !Le raccontavo le mie peripezie con la pittura e per rendere il racconto piu' divertente la fantasia mi suggeriva sempre nuove cose.
Cosa vuoi che ti dica Cristina,alla fine se ti dipingi i muri di casa risparmi un bel fracasso di soldi.E cosi' le spiegavo come si usava il rullo,come si intingeva nel bidone e come lo si passava sul muro per avere un risultato ottimale.
Era interessatissima.Pero' sai Cristina,alla fine non e' sempre tutto oro quel che luccica e cosi ieri l'ho combinata grossa dissi io.Scendendo dalla scala son finito col piede nel bidone della pittura e ho fatto un macello.
Ma davvero?Ostrega e come ti ga fato a netar?( Ma davvero? Caspita e come hai fatto a pulire? ) Eh,a dire il vero ho pulito alla meno peggio,perche' oggi devo acquistare il prodotto che rimuove qualsiasi cosa dal pavimento.Un prodotto nuovo,viene dalla Florida,lo hanno brevettato da poco.In America ha avuto un successone.E' uno spray,tu lo spruzzi nell'aria del locale da pulire e chiudi la porta.Quando la riapri il locale e' pulitissimo,perfino lavandini,bagni,qualsiasi accessorio.Ma dai no,mi risponde Cristina,ti xe drio a torme in giro ( mi stai canzonando),
Non mi permetterei mai tesoro,risposi io,dai,mi conosci che sono serio e poi c'e' il momento per giocare e il momento per parlare seriamente.Credimi,appena gli arriva ne prendo 2 flaconi,e' un prodotto miracoloso.Anzi aggiungo,gia' che son qua vicino se vieni con me lo vado a prendere nel negozio dei colori.Cristina tutta saltellante e allegra mi accompagna nel negozio di ferramenta e colori
Arriviamo davanti alla porta e io esito per un po',dicendo lei Cristina,pensavo che forse e' meglio se glielo chiedi tu.Perche' mi dice lei?Essi,perche' son venuto anche ieri pomeriggio e ieri mattina,rischio che questo mi manda a a quel paese e non mi da piu' il prodotto,sai,perche' va via a ruba.Allora ti do' trentamila lire e ne comperi una lattina,poi l'altra la vengo a comperare io domattina,
Va ben dai,dime che nome che ea ga' mi dice Cristina.Olio di gomito spray,rispondo io,mordendomi l'interno delle labbra.No,dai ti me tol in giro grida Cristina?Ma no dai..e' vero',non fare la cretina,non mi prenderei mai gioco di te.
Cristina prende le trentamila lire entra e si mette in coda.A un certo punto( dopo circa cinque minuti)io le dico da fuori di chiedere se e' arrivato onde evitare di fare la coda per niente.Signor,el me scusa.Cala il silenzio.So venia e comprar una lattina de: " olio de gomito spray" se el ghe xe arriva'.
Il negozio di ferramenta sembra essersi congelato,Cristina gira la testa verso la porta per vedere di me.Invano.
Dai pettegolezzi alle ricette di cucina. Dal Make up alla comicità. Non ci faremo mancare nulla.
sabato 31 maggio 2014
venerdì 30 maggio 2014
L'invidia.
Era prevedibile.Insomma,quando tiri la corda per anni e ti nutri mangiando a tutte le ore quel che ti capita finisci con l'accumulare un sacco di peso.Io poi col peso ho un rapporto molto originale.Ho un concetto dilatato degli ettogrammi,infatti ho sempre pesato tutto a occhio,cucinando ogni volta minimo tre etti di pasta.Poi mi lamento e dico che tendo a ingrassare,invece e' assodato:chi ingrassa e' perche' mangia in maniera disordinata o mangia troppo.Certo che fatica ammetterlo!Ogni volta che ho un dispiacere poi,qualsiasi sia la fonte,stai pur sicuro,quel dispiacere comportera' su di me una ventina di kili in piu'.
E nella mia vita e' successo spesso.Ogni qual volta prendevo uno spavento,una scossa,il mio io mi portava a mangiar smisuratamente.Mi comportavo come fossi un criceto alla ricerca di cibo da stipare.Con un unica differenza : invece che stipare il cibo lo consumavo subito.Cosi,nelle mie pene d'Amore,quando gli altri se ne uscivano indisturbati,io nel giro di qualche mese dovevo rifarmi il guardaroba nuovo.Possiedo un guardaroba di tutte le taglie,dalle m alla xxxxl.Imbarazzante.Imbarazzante anche quando ti fanno domande inerenti l'argomento: no ti vol dimagrir no?Per non parlare poi degli imbecilli che incontri per strada,quelle che ancor prima di guardarti negli occhi ti guardan dalla testa ai piedi e ti dicono:Madonna,ma quanto ti xe ingrassa'?E tu pensi : brutta stronza,ma ti sei vista allo specchio?Si,perche' chi fa questo genere di osservazioni spesso non e' fisicamente perfetto: o e' pelle e ossa o e' grasso tanto quanto te,ma si sente un fuscello,o te ne parla prima che sia tu a toccar l'argomento.Cosi facendo si sente piu' magra di te.Insomma,la totale indelicatezza e ignoranza,o forse in fondo anche questa e' una forma di invidia.Invidia,invidia,invidia.Ma come si puo' direte voi invidiare il sovrappeso di un altra persona?Qualcuno ti invidia tutto cio' che hai,che sia positivo o che sia negativo lo invidia.Perfino il tuo grasso,ma probabilmente piu' il modo in cui tu porti il tuo grasso e come lo porti con disinvoltura.Comunque ti invidiano qualcosa,siano essi anche rotoli di grasso,li invidiano.Perche' tu hai il sovrappeso,hai i rotoli di grasso,loro,probabilmente,non han nemmeno quelli.Brutta cosa l'invidia.Chi ha invidia di te ti invidia tutto,il tuo modo di fare,il tuo modo di essere,i tuoi lineamenti,la tua voce,quello che hai perso.Magari hai perso tutto,ma ti invidiano lo stesso perche' quello che nella vita tu hai avuto loro non lo avranno nemmeno in cinque vite.Ti invidia,perche' forse vorrebbe essere te o quantomeno non vorrebbe essere se stesso.Insomma dietro tutto questo vi e' una non accettazione di se',sicuramente.Ed e' un sentimento diffusissimo l'invidia,perfino sui social network,su facebook.Si percepisce,si tocca con mano,nei post di risposta qualche volta taglienti,offensivi e spesse volta gratuiti.L'unica soluzione e' allontanarsi da chi ci invidia e sorridere.Puo' darsi che con un abbraccio o un gesto affettuoso questo brutto sentimento si sciolga.
mercoledì 28 maggio 2014
La zia D'America
L'esser stato adottato da piccolo da questa citta' e l'averla sempre sentita mia in modo prepotente senza esitazioni ha fatto di me un veneziano completo.
Non vi e' nulla di strano in tutto questo,molti bambini si trasferiscono per scelta dei genitori e diventano cosi figli di quella terra,acquisendone dialetto e abitudini.
Quindi,quando sin da bambino mi chiedono se sono veneziano la mia risposta e' automatica e veloce:si,sono veneziano.
E tutti,anche le pietre per strada han sempre saputo che io son cresciuto a Cannaregio,in una piccola strada chiamata calle della Madonna 5435/I.
L'indirizzo lo davo a tutti,bastava chiedermi se abitavo a Venezia e la risposta era immediata, con indirizzo completo e numero di telefono.Un biglietto da visita vivente.In realta' mi aveva insegnato mia Madre per paura che mi perdessi mi fece imparare a memoria l'indirizzo di casa.Non si sa mai.
Son trascorsi gli anni.Dall'Italia qualcuno dei miei parenti se ne era andato giovane in cerca di fortuna.Mia zia Rocchina ad esempio,una delle zie a cui son piu' legato.Si in effetti,Rocchina non e' un nome del tutto veneziano,ma sorvoliamo su questo dettaglio.Se trovo' fortuna o no in America non ve lo sto qui a dire,di certo manco l'America e' piu' l'America di una volta.Quando si immaginava la statua della liberta' la si immaginava enorme,grandiosa,una delle cose piu' grandi del mondo.New york,i grattacieli,senza fine.Si,i grattacieli,imponenti,maestosi.Cose dell'America,cose che in Italia non ci sono,in Italia al massimo si trovano i grattacapi.
E cosi lei si stabili' li a Paterson,nel New Jersey.Imparo' la lingua e divenne americana.Quando veniva in Italia a trovarci era sempre elegante,vestita con abiti di tessuti sintetici e luccicanti,tessuti che noi in Italia spesso non conoscevamo ancora.Ma l'America non e' proprio dietro l'angolo e non sempre era facile tornare.Il viaggio costava.
Qualche anno fa decise di venirci a trovare per un periodo.Anche lei aveva nostalgia di Venezia,le mancavano i colori delle calli,i vasi di geranei sui balconi,insomma la Venezia che conosciamo noi,quella da cui non ci riusciamo a staccare nemmeno per pochi giorni...figuriamoci..
Cosi destino' la data di arrivo al 15 Giugno ed io andai puntualmente a prenderla in aeroporto.Presi l'alilaguna per arrivare li,un motoscafo pubblico che ti porta in aeroporto in circa quaranta minuti.Arrivai anche in anticipo di quasi un ora,ma considerando che conosco tutta Venezia,cominciai a chicchierare con qualche taxista e qualche conoscente che incontrai li'.Cosa fai in aeroporto mi chiese qualcuno?Aspetto mia zia risposi io.Da dove viene?Dall'America.Caspita,hai una zia americana?Eh si...americanissima.
Cavolo che bello deve essere.Piacerebbe anche a me essere americano,rispose uno che era li.Ma e' proprio Americana?Si si del New jersey,ribattei.
Ci bevemmo un paio di spritz,il tempo pareva non passare mai.Finalmente arrivo' il momento dell'atteraggio e la zia d'America,probabilmente'.Landed.Si lesse sul televisore degli arrivi.Ed io felice mi avvicinai alla ringhiera degli arrivi.Carrelli,bambini,gente stanca in ciabatte che sembrava appena alzata dal letto.Uscirono tutti,tranne la zia d'America.Tutti si dileguarono,rimasi solo io.La zia d'America non arrivo'.Chiamai mia Madre a casa e chiesi a lei se vi fossero novita'.Niente.Nel giro di trenta minuti decisi di andare dai carabinieri.Li conoscevo,con alcuni eravamo amici.Ah,ma hai una zia americana?Eh si,risposi io,vive a Paterson nel New jersey.Ah ma allora non sei completamente veneziano,sei anche mezzo americano disse uno di loro.Eh si risposi io.
Dopo dieci minuti scoprirono che la zia d'America aveva perso l'aereo e si trovava a Madrid.Avrebbe dovuto prendere quello dopo.Mancavano quattro ore.Ora.Io sarei potuto tornare a casa,ma avrei avuto due ore solo di tragitto.Quindi sarei arrivato a casa e sarei dovuto ripartire dopo aver speso cinquanta euro per niente.Cosi decisi di rimanere in aeroporto e aspettare li.Ma le persone che conoscevo si moltiplicarono e anche i discorsi furon sempre quelli.Ma hai una zia in America?Americana doc?Eh si,totalmente americana.Intanto per passarci il tempo ci bevemmo qualche spritz e col passaredei minuti il loro effetto si vide e soprattutto di senti' nei discorsi.
Dopo tre ore ero ancora seduto su una panchina dell aeroporto col tasso alcoolico talmente alto che mi avrebbero ritirato la patente se mai la avessi avuta.Ero in collasso.Non ce la facevo piu'.
Ehi Cesare cosa fai qui?Aspetto mia zia d'America.Davvero?Ma ti ga' na zia in America?
Landed.Finalmente,mentre io esausto stavo per svenire, il volo della zia D'America atterro'.Mi appoggiai con tutto il mio peso sulla ringhiera,si aprirono le porte ed uscirono tutti,uno a uno,con carrelli,valigie,senza carrelli.Pareva non essere nemmeno su questo volo lei,mentre i miei conoscenti vicino a me continuavano a chiedermi : ma dov'e'?Non e' arrivata nemmeno con questo?Dove e' sta zia d'America mi chiese un taxista?
A quel punto si apri' la porta scorrevole degli arrivi ed usci LEI.La zia d'America gridando a squarciagola : Cesare,Cesare,Cesare,aiutoooooo curri,s'hanno fottuto e valligggie !!!
Non vi e' nulla di strano in tutto questo,molti bambini si trasferiscono per scelta dei genitori e diventano cosi figli di quella terra,acquisendone dialetto e abitudini.
Quindi,quando sin da bambino mi chiedono se sono veneziano la mia risposta e' automatica e veloce:si,sono veneziano.
E tutti,anche le pietre per strada han sempre saputo che io son cresciuto a Cannaregio,in una piccola strada chiamata calle della Madonna 5435/I.
L'indirizzo lo davo a tutti,bastava chiedermi se abitavo a Venezia e la risposta era immediata, con indirizzo completo e numero di telefono.Un biglietto da visita vivente.In realta' mi aveva insegnato mia Madre per paura che mi perdessi mi fece imparare a memoria l'indirizzo di casa.Non si sa mai.
Son trascorsi gli anni.Dall'Italia qualcuno dei miei parenti se ne era andato giovane in cerca di fortuna.Mia zia Rocchina ad esempio,una delle zie a cui son piu' legato.Si in effetti,Rocchina non e' un nome del tutto veneziano,ma sorvoliamo su questo dettaglio.Se trovo' fortuna o no in America non ve lo sto qui a dire,di certo manco l'America e' piu' l'America di una volta.Quando si immaginava la statua della liberta' la si immaginava enorme,grandiosa,una delle cose piu' grandi del mondo.New york,i grattacieli,senza fine.Si,i grattacieli,imponenti,maestosi.Cose dell'America,cose che in Italia non ci sono,in Italia al massimo si trovano i grattacapi.
E cosi lei si stabili' li a Paterson,nel New Jersey.Imparo' la lingua e divenne americana.Quando veniva in Italia a trovarci era sempre elegante,vestita con abiti di tessuti sintetici e luccicanti,tessuti che noi in Italia spesso non conoscevamo ancora.Ma l'America non e' proprio dietro l'angolo e non sempre era facile tornare.Il viaggio costava.
Qualche anno fa decise di venirci a trovare per un periodo.Anche lei aveva nostalgia di Venezia,le mancavano i colori delle calli,i vasi di geranei sui balconi,insomma la Venezia che conosciamo noi,quella da cui non ci riusciamo a staccare nemmeno per pochi giorni...figuriamoci..
Cosi destino' la data di arrivo al 15 Giugno ed io andai puntualmente a prenderla in aeroporto.Presi l'alilaguna per arrivare li,un motoscafo pubblico che ti porta in aeroporto in circa quaranta minuti.Arrivai anche in anticipo di quasi un ora,ma considerando che conosco tutta Venezia,cominciai a chicchierare con qualche taxista e qualche conoscente che incontrai li'.Cosa fai in aeroporto mi chiese qualcuno?Aspetto mia zia risposi io.Da dove viene?Dall'America.Caspita,hai una zia americana?Eh si...americanissima.
Cavolo che bello deve essere.Piacerebbe anche a me essere americano,rispose uno che era li.Ma e' proprio Americana?Si si del New jersey,ribattei.
Ci bevemmo un paio di spritz,il tempo pareva non passare mai.Finalmente arrivo' il momento dell'atteraggio e la zia d'America,probabilmente'.Landed.Si lesse sul televisore degli arrivi.Ed io felice mi avvicinai alla ringhiera degli arrivi.Carrelli,bambini,gente stanca in ciabatte che sembrava appena alzata dal letto.Uscirono tutti,tranne la zia d'America.Tutti si dileguarono,rimasi solo io.La zia d'America non arrivo'.Chiamai mia Madre a casa e chiesi a lei se vi fossero novita'.Niente.Nel giro di trenta minuti decisi di andare dai carabinieri.Li conoscevo,con alcuni eravamo amici.Ah,ma hai una zia americana?Eh si,risposi io,vive a Paterson nel New jersey.Ah ma allora non sei completamente veneziano,sei anche mezzo americano disse uno di loro.Eh si risposi io.
Dopo dieci minuti scoprirono che la zia d'America aveva perso l'aereo e si trovava a Madrid.Avrebbe dovuto prendere quello dopo.Mancavano quattro ore.Ora.Io sarei potuto tornare a casa,ma avrei avuto due ore solo di tragitto.Quindi sarei arrivato a casa e sarei dovuto ripartire dopo aver speso cinquanta euro per niente.Cosi decisi di rimanere in aeroporto e aspettare li.Ma le persone che conoscevo si moltiplicarono e anche i discorsi furon sempre quelli.Ma hai una zia in America?Americana doc?Eh si,totalmente americana.Intanto per passarci il tempo ci bevemmo qualche spritz e col passaredei minuti il loro effetto si vide e soprattutto di senti' nei discorsi.
Dopo tre ore ero ancora seduto su una panchina dell aeroporto col tasso alcoolico talmente alto che mi avrebbero ritirato la patente se mai la avessi avuta.Ero in collasso.Non ce la facevo piu'.
Ehi Cesare cosa fai qui?Aspetto mia zia d'America.Davvero?Ma ti ga' na zia in America?
Landed.Finalmente,mentre io esausto stavo per svenire, il volo della zia D'America atterro'.Mi appoggiai con tutto il mio peso sulla ringhiera,si aprirono le porte ed uscirono tutti,uno a uno,con carrelli,valigie,senza carrelli.Pareva non essere nemmeno su questo volo lei,mentre i miei conoscenti vicino a me continuavano a chiedermi : ma dov'e'?Non e' arrivata nemmeno con questo?Dove e' sta zia d'America mi chiese un taxista?
A quel punto si apri' la porta scorrevole degli arrivi ed usci LEI.La zia d'America gridando a squarciagola : Cesare,Cesare,Cesare,aiutoooooo curri,s'hanno fottuto e valligggie !!!
lunedì 26 maggio 2014
Fanno solo finta.
Il gesto del pugnale.Cosi fa Grillo dinanzi alle telecamere mentre appare deluso dai risultati delle votazioni.E cosi il movimento 5 stelle ( il massimo che si puo' avere in un hotel ) perde un po' dei suoi fedeli per strada.Grillo dice che l'Italia e' un paese di pensionati a cui va bene non cambiare e a cui va bene non pensare ai propri nipoti.
Gia',quelli che come ho scritto giorni fa sono andati in pensione a 45 anni e ancor oggi lo sono.Un mare di promesse,ogni volta che ci son le elezioni,sempre la stessa minestra.Una noia mortale.Ci han fatto passare anni cosi,ci han fatto passare tutta la vita tra una speranza e un altra.Vabbe' la bacchetta magica non ce l'ha nessuno...per l'Italia mi sa che ci vorrebbe la fata turchina o il mago zurli.Se si candideranno li votero'.Oggi intanto esultano tutti la vittoria del PD e sorridenti,scarrellano davanti alle televisioni come avessero toccato il cielo con mano.Ma non avete visto che mezza Italia non ha votato?Avete capito cosa hanno sottointeso tutti questi cittadini che non han votato?Rifletteci invece che far festa.
Personalmente?Non credo a nessuno.Chi e' arrivato a occupare col culo una di quelle sedie non lo ha certo fatto per amore del popolo,per aiutare i bisognosi,la gente.La gente nessuno la ascolta.Fanno solo finta di ascoltare.Nel frattempo hanno i conti correnti milionari e la gente 20 euro in banca.
Ho detto tutto.
Gia',quelli che come ho scritto giorni fa sono andati in pensione a 45 anni e ancor oggi lo sono.Un mare di promesse,ogni volta che ci son le elezioni,sempre la stessa minestra.Una noia mortale.Ci han fatto passare anni cosi,ci han fatto passare tutta la vita tra una speranza e un altra.Vabbe' la bacchetta magica non ce l'ha nessuno...per l'Italia mi sa che ci vorrebbe la fata turchina o il mago zurli.Se si candideranno li votero'.Oggi intanto esultano tutti la vittoria del PD e sorridenti,scarrellano davanti alle televisioni come avessero toccato il cielo con mano.Ma non avete visto che mezza Italia non ha votato?Avete capito cosa hanno sottointeso tutti questi cittadini che non han votato?Rifletteci invece che far festa.
Personalmente?Non credo a nessuno.Chi e' arrivato a occupare col culo una di quelle sedie non lo ha certo fatto per amore del popolo,per aiutare i bisognosi,la gente.La gente nessuno la ascolta.Fanno solo finta di ascoltare.Nel frattempo hanno i conti correnti milionari e la gente 20 euro in banca.
Ho detto tutto.
domenica 25 maggio 2014
sabato 24 maggio 2014
Il Mercato
Abbiam mollato la presa.Girovagavo per il mercato di Marghera,vicino Venezia.Erano anni che non transitavo per quel posto.Ci passavo sempre da bimbo,la domenica,scalciando i sassolini con i sandali con quei due buchi che sembravano due occhi di alieno.Quando alle 11 arrivavamo con l'autobus numero sei che ci lasciava scendere in piazza municipio e dove di li a poco rivedevo i miei nonni.Sono tornato oggi dopo molti anni e ho ripercorso quelle strade.
Logicamente era tutto diverso.La struttura uguale,ma allo stesso tempo tutto diverso.Diverso io di sicuro che in questi anni ho cambiato l'angolazione da cui sbirciare le cose.
E questo mercato,grande,immenso...una bancarella dietro l'altra degli stessi articoli.Chi lo vende a 9 chi lo vende a 7.E un rovistare folle di persone assatanate di acquisti a basso prezzo,come se quasi facessero con quell'acquisto l'affare della loro vita.Io indististurbato e quieto camminavo e osservavo,tenendomi lontano dai banchi dove si toglievano le cose di mano.Un tempo avrei rovistato anche io in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie...poi col tempo ho cambiato modo di pensare.E' la stessa cosa che mi capita al supermercato quando mi danno i punti delle raccolte e io dico puntualmente non la faccio,donando i miei punti alla signora che viene dopo di me.Una marea di oggetti.Questa mania compulsiva di accumulare che abbiamo un po' tutti,chi piu' chi meno.Quando mancarono i miei mi accorsi di avere tanti di quei bicchieri,di quelle coperte,di quelle lenzuola,di quelle posate....che avrei dovuto avere due vite per poterli adoperare.E poi pensavo a mia Madre che poverina,faceva attenzione a tutto e stipava i bicchieri di Murano piu' belli per la paura di romperli,teneva da parte la biancheria nuova perche' se qualcuno fosse finito in ospedale di improvviso...Oggi quei bicchieri sono li,otto.Sempre otto.Li uso io,alternandone i colori.Un giorno bevo dal verde,un giorno dal rosso.Oggetti.Non diverso e' per i vestiti.Un tempo mi inghingavo e mi tiravo come una corda di violino dopo essermi lavato...oggi mi lavo e uso tanto sapone e deodorante,tanto detersivo per lavare in lavatrice,ma la mia passione per l'agghingamento e' finita.Insomma si cambia.Oggi passeggiando per il mercato,mi pareva di vedere solo cose inutili che non servivano.Oggetto,oggetti,oggetti.E mi ricordavo i banchetti di quando passeggiavo per mano di mia nonna e lei non mi mollava mai.Mi dia cento lire di sarde diceva al pescivendolo.Cento lire di sarde perche' malgrado non le mancasse niente voleva risparmiare per i suoi figli.Stessa strada.Tutto diverso.I banchi gestiti da italiani sono pochissimi.Sono tutti gestiti da persone extracomunitarie venute probabilmente apposta per crearsi un lavoro.Noi,bravi e vecchi commercianti abbiamo smesso di fare affari,abbiam lasciato tutto in mano agli altri,abbiam gettato la spugna.Insomma abbiam lasciato che piantassero tutti la bandiera e poi ce ne siam lamentati.
Chissa' come sarebbe stato bello se quei banchi li avessero avuti i nipoti di coloro che li gestivano,i veneziani che son venuti dopo,noi.Siamo stati noi a cedere tutto,per necessita' qualche volta,per avidita' qualche altra volta.Arriva la crisi,meglio che mi disfi della mia licenza.E chi ha avuto la velocita' di acquistare oggi si trova li a cercar di superare la crisi e probabilmente un giorno,avra' un lavoro sicuro e remunerativo.La crisi finira',ma i banchi rimarranno di chi se li e' acquistati.Nessuno se lo vorrete indietro ve lo rivendera'.
Logicamente era tutto diverso.La struttura uguale,ma allo stesso tempo tutto diverso.Diverso io di sicuro che in questi anni ho cambiato l'angolazione da cui sbirciare le cose.
E questo mercato,grande,immenso...una bancarella dietro l'altra degli stessi articoli.Chi lo vende a 9 chi lo vende a 7.E un rovistare folle di persone assatanate di acquisti a basso prezzo,come se quasi facessero con quell'acquisto l'affare della loro vita.Io indististurbato e quieto camminavo e osservavo,tenendomi lontano dai banchi dove si toglievano le cose di mano.Un tempo avrei rovistato anche io in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie...poi col tempo ho cambiato modo di pensare.E' la stessa cosa che mi capita al supermercato quando mi danno i punti delle raccolte e io dico puntualmente non la faccio,donando i miei punti alla signora che viene dopo di me.Una marea di oggetti.Questa mania compulsiva di accumulare che abbiamo un po' tutti,chi piu' chi meno.Quando mancarono i miei mi accorsi di avere tanti di quei bicchieri,di quelle coperte,di quelle lenzuola,di quelle posate....che avrei dovuto avere due vite per poterli adoperare.E poi pensavo a mia Madre che poverina,faceva attenzione a tutto e stipava i bicchieri di Murano piu' belli per la paura di romperli,teneva da parte la biancheria nuova perche' se qualcuno fosse finito in ospedale di improvviso...Oggi quei bicchieri sono li,otto.Sempre otto.Li uso io,alternandone i colori.Un giorno bevo dal verde,un giorno dal rosso.Oggetti.Non diverso e' per i vestiti.Un tempo mi inghingavo e mi tiravo come una corda di violino dopo essermi lavato...oggi mi lavo e uso tanto sapone e deodorante,tanto detersivo per lavare in lavatrice,ma la mia passione per l'agghingamento e' finita.Insomma si cambia.Oggi passeggiando per il mercato,mi pareva di vedere solo cose inutili che non servivano.Oggetto,oggetti,oggetti.E mi ricordavo i banchetti di quando passeggiavo per mano di mia nonna e lei non mi mollava mai.Mi dia cento lire di sarde diceva al pescivendolo.Cento lire di sarde perche' malgrado non le mancasse niente voleva risparmiare per i suoi figli.Stessa strada.Tutto diverso.I banchi gestiti da italiani sono pochissimi.Sono tutti gestiti da persone extracomunitarie venute probabilmente apposta per crearsi un lavoro.Noi,bravi e vecchi commercianti abbiamo smesso di fare affari,abbiam lasciato tutto in mano agli altri,abbiam gettato la spugna.Insomma abbiam lasciato che piantassero tutti la bandiera e poi ce ne siam lamentati.
Chissa' come sarebbe stato bello se quei banchi li avessero avuti i nipoti di coloro che li gestivano,i veneziani che son venuti dopo,noi.Siamo stati noi a cedere tutto,per necessita' qualche volta,per avidita' qualche altra volta.Arriva la crisi,meglio che mi disfi della mia licenza.E chi ha avuto la velocita' di acquistare oggi si trova li a cercar di superare la crisi e probabilmente un giorno,avra' un lavoro sicuro e remunerativo.La crisi finira',ma i banchi rimarranno di chi se li e' acquistati.Nessuno se lo vorrete indietro ve lo rivendera'.
venerdì 23 maggio 2014
Liberta'
Liberta'.Che bella parola.Quanti uomini han scritto,cantato,difeso la liberta'.E quanto ce l'han promessa.Tutta la vita.In politica,a scuola,in famiglia.La parola che sfruttano per farsi propaganda e' Liberta'.Sapendo che l'uomo di fronte a questa parola e' debole e non sa resistere.Fai i compiti che poi sei libero,votaci per la liberta'.Liberta di parola,liberta' di scelta,liberta' dalla galera.
Perche' cosi nasce l'uomo,uno spirito libero.Lo spirito e' libero,ma e' il corpo che non lo e'.Perche' in realta' libero non e' mai,nemmeno un giorno della sua vita.Sempre vi sara' un legame con qualcuno,con qualcosa che limitera' le sue scelte e le sue scelte non saranno,mai,completamente libere.Anche quando si sara' da soli,vi sara' un legame con la propria citta',con la propria coscienza,qualcosa di indefinito che alla fine limitera' la nostra liberta'.
Alle volte si sogna li liberta',la si immagina come un prato immenso sul quale poter correre o come una citta' sulla quale poter volare come fossimo gabbiani o aeroplani.Di sicuro loro son molto piu' liberi di noi.
Da ragazzino pensavo che nella vita fossimo tutti liberi di scegliere,di andare dove vogliamo,di far cio' che piu' la nostra volonta' ci suggerisce.Ho scoperto negli anni che non era cosi.Perche' la liberta'si rincorreva da ragazzini e poi la si rincorreva da grandi e poi ancora la si rincorreva o rimpiangeva quando si trovava un Amore.Perche' anche mentre si vive una storia d'Amore qualche volta si pensa a quando si aveva la liberta'.Qualcuno poi giustifica il fatto di essere solo perche' preferisce la liberta'.In realta' e' solo incapace di amare o non ha trovato la persona giusta.
Perche' la liberta' e' bella si,dai piccoli gesti ai gesti piu' importanti della giornata.La liberta' si manifesta nel poter cambiar canale col telecomando ogni volta che si vuole e nella possibilita' di prender la porta e uscire ogni volta che se ne sente il bisogno,la liberta' e' nel cucinare quello che vogliamo senza dover ingerire quel che ci e' stato preparato da qualcun altro.Liberta' di andare a destra,liberta' di girare a sinistra perche' lo decido io,senza che nessuno mi dica no,gira a destra a sinistra non voglio andare.
Ci sentiamo "arrivati" quando abbiamo la liberta' ancor piu' arrivati di quando abbiamo un Amore.Eppure dovrebbe essere l'Amore quello che ci fa toccare il cielo con un dito.Ma spesso non e' cosi.La liberta'.
Io sono uno spirito libero dice...e lascia la famiglia,in verita' e' che il suo istinto di cornificare la sua meta' supera la sua capacita' di amare.E si nasconde dietro alla parola liberta'.Una volta ottenuta la liberta' puo' ricominciare a mettersi in gioco,magari saltando da un partner ad un altro un giorno si e un giorno no.Tanto io sono libero.Liberta',liberta',liberta'....una prigione dalla quale non si puo' scappare.Tutto e' gia deciso per noi.La strada che imboccheremo anche se saremo soli,il vicolo a destra o il vicolo a sinistra.E li se sara' gia' scritto vi sara' il pericolo per noi o la felicita'.Ma e' gia' deciso.Come se la nostra vita fosse un enorme foglio bianco su cui noi non possiamo vedere il disegno,il tratteggio.Un tratteggio che c'e' e che solo chi ci ha creati puo' vedere o correggere.Noi non possiamo far altro che agire.Convinti di essere liberi di poter scegliere
martedì 20 maggio 2014
Lettera aperta a Matteo Renzi.
Caro Matteo Renzi,
oggi ti ho visto in tv da Barbara D'urso e sai il primo gesto istintivo che ho fatto quale e' stato?Quello di prendere in mano il telecomando e spegnere la tv.Nel frattempo borbottavo tra me e me : non ho voglia di sentire chiacchiere.
Nulla di personale,la tua faccia mi e' particolarmente simpatica.E' l'Italia che mi e' sempre meno simpatica,la situazione in cui ci troviamo da anni,anche la condizione nostra di persone di mezza eta'.
Quelle che son troppo vecchie per far dei lavori semplici come l'apprendista e sono troppo giovani per andare in pensione.Eggia',perche' ci han pensato quelli che ci han preceduto ad andare talvolta in pensione a 45 anni e stare tutta la vita sulle spalle della societa'.Ma gli spettava,e han fatto bene.Mentre noi i diritti li abbiam persi.Tutti.
Ma noi siamo gli sfigati di mezzo,quello che non comodano a nessuno e non servono a nessuno.Ho tante, tante, tante amicizie della mia eta' che mi fanno pena.Vivono alla giornata,giocando alle slot machine,con la speranza di prender piu' soldi e finendo col mangiarsi anche quelli che hanno.
Dopo aver sgambettato 20 anni,facendo piu' o meno tutti i lavori.In nero.Come si usava una volta,quando ti assumevano e i contributi non te li pagavano e tu che vedevi la vita come una strada senza fine eri comunque orgoglioso di imparare qualcosa e prender due soldi e lo facevi lo stesso.
Molti di noi han studiato,molti di noi hanno un mestiere,molti di noi lo fanno ancora nel totale precariato,molti di noi sono allo sbando.Chi se ne frega Matteo delle chiacchiere televisive,delle promesse,delle parole.Le hanno dette tutti,per anni,anni e anni .Parole,parole,parole....Sono nato nel 63 e in Italia ho sentito sempre e solo parole.Sicuramente gli anni in cui si stava meglio eran proprio quelli,cioe' quelli in cui son nato io,quando a vent'anni dalla guerra l'Italia si era ripresa e le donne vestivano eleganti vestiti a pois,mentre i mangiadischi di plastica invadevano le spiaggie.
La gente era felice,si sorrideva,ci si correva dietro in riva al mare,si cantava tintarella di luna.Oggi che vuoi cantare?E' ben poca la gente che canta,le famiglie che sono felici,serene.
Ne abbiam viste di tutti i colori,gente che si e' tolta la vita,persone che al mercato vanno a rovistare nelle spazzature.Amici che vanno a mangiare alla Caritas.Ne ho tanti Matteo.E mi vergogno,non perche' vanno a mangiare li,ma mi vergogno di non poterli aiutare.
Mai avrei pensato di vedere tutto nella vita,questa instabilita',questa incertezza senza fine.
Non parlo di me.Io ho scelto una strada articolata e la porto avanti anche se con difficolta' perche' ci credo .Ce la faccio o non ce la faccio quando ho mangiato io hanno mangiato tutti.Ma la gente e' stanca di chiacchiere.Stanca di urla,di gente strapagata che si incolpa l'un l'altra.
La gente e' stanca di gente che lavora un po di mesi e poi percepisce una pensione di migliaia di euro per anni e anni.Perche'?Quella gente e' meglio dell'altra?E' migliore dei miei amici che vanno a mangiare alla caritas?E che ha fatto di meglio?Magari e' nata solo in una famiglia piu' agiata,magari ha avuto solo la fortuna di essere paraculata.Senza il magari.Perche' essere paraculati nella vita serve di sicuro. Mi scuso per i termini,ma sono insostituibili.
Io onestamente in tv non ci andrei nemmeno con questo andazzo,mi limiterei a fare il mio lavoro e a farlo il meglio possibile affinche' la gente possa sorridere di piu'.
E' di questo che oggi si ha bisogno.Alla gente i colori non interessano piu'.Interessa poter vivere decentemente,poter pagare le bollette,l'affitto,il mangiare,senza essere obbligata a diventare disonesta.
Personalmente sono un ottimista,ma non sono bendato e devo fare i conti con la realta'.
La realta' e' questa.Tutto il resto sono parole,parole,parole.Inutili parole o forse parole utili agli addetti ai lavori, parole di cui la gente e' stanca.E sono sicuro,come ho spento io la tv oggi,chissa' quanti italiani l'han fatto,stanchi degli effetti speciali e stanchi di non aver i soldi per far la spesa,ma soprattutto stanchi di sentirsi cosi umiliati nel proprio paese.
Un caro saluto
Cesare Colonnese
oggi ti ho visto in tv da Barbara D'urso e sai il primo gesto istintivo che ho fatto quale e' stato?Quello di prendere in mano il telecomando e spegnere la tv.Nel frattempo borbottavo tra me e me : non ho voglia di sentire chiacchiere.
Nulla di personale,la tua faccia mi e' particolarmente simpatica.E' l'Italia che mi e' sempre meno simpatica,la situazione in cui ci troviamo da anni,anche la condizione nostra di persone di mezza eta'.
Quelle che son troppo vecchie per far dei lavori semplici come l'apprendista e sono troppo giovani per andare in pensione.Eggia',perche' ci han pensato quelli che ci han preceduto ad andare talvolta in pensione a 45 anni e stare tutta la vita sulle spalle della societa'.Ma gli spettava,e han fatto bene.Mentre noi i diritti li abbiam persi.Tutti.
Ma noi siamo gli sfigati di mezzo,quello che non comodano a nessuno e non servono a nessuno.Ho tante, tante, tante amicizie della mia eta' che mi fanno pena.Vivono alla giornata,giocando alle slot machine,con la speranza di prender piu' soldi e finendo col mangiarsi anche quelli che hanno.
Dopo aver sgambettato 20 anni,facendo piu' o meno tutti i lavori.In nero.Come si usava una volta,quando ti assumevano e i contributi non te li pagavano e tu che vedevi la vita come una strada senza fine eri comunque orgoglioso di imparare qualcosa e prender due soldi e lo facevi lo stesso.
Molti di noi han studiato,molti di noi hanno un mestiere,molti di noi lo fanno ancora nel totale precariato,molti di noi sono allo sbando.Chi se ne frega Matteo delle chiacchiere televisive,delle promesse,delle parole.Le hanno dette tutti,per anni,anni e anni .Parole,parole,parole....Sono nato nel 63 e in Italia ho sentito sempre e solo parole.Sicuramente gli anni in cui si stava meglio eran proprio quelli,cioe' quelli in cui son nato io,quando a vent'anni dalla guerra l'Italia si era ripresa e le donne vestivano eleganti vestiti a pois,mentre i mangiadischi di plastica invadevano le spiaggie.
La gente era felice,si sorrideva,ci si correva dietro in riva al mare,si cantava tintarella di luna.Oggi che vuoi cantare?E' ben poca la gente che canta,le famiglie che sono felici,serene.
Ne abbiam viste di tutti i colori,gente che si e' tolta la vita,persone che al mercato vanno a rovistare nelle spazzature.Amici che vanno a mangiare alla Caritas.Ne ho tanti Matteo.E mi vergogno,non perche' vanno a mangiare li,ma mi vergogno di non poterli aiutare.
Mai avrei pensato di vedere tutto nella vita,questa instabilita',questa incertezza senza fine.
Non parlo di me.Io ho scelto una strada articolata e la porto avanti anche se con difficolta' perche' ci credo .Ce la faccio o non ce la faccio quando ho mangiato io hanno mangiato tutti.Ma la gente e' stanca di chiacchiere.Stanca di urla,di gente strapagata che si incolpa l'un l'altra.
La gente e' stanca di gente che lavora un po di mesi e poi percepisce una pensione di migliaia di euro per anni e anni.Perche'?Quella gente e' meglio dell'altra?E' migliore dei miei amici che vanno a mangiare alla caritas?E che ha fatto di meglio?Magari e' nata solo in una famiglia piu' agiata,magari ha avuto solo la fortuna di essere paraculata.Senza il magari.Perche' essere paraculati nella vita serve di sicuro. Mi scuso per i termini,ma sono insostituibili.
Io onestamente in tv non ci andrei nemmeno con questo andazzo,mi limiterei a fare il mio lavoro e a farlo il meglio possibile affinche' la gente possa sorridere di piu'.
E' di questo che oggi si ha bisogno.Alla gente i colori non interessano piu'.Interessa poter vivere decentemente,poter pagare le bollette,l'affitto,il mangiare,senza essere obbligata a diventare disonesta.
Personalmente sono un ottimista,ma non sono bendato e devo fare i conti con la realta'.
La realta' e' questa.Tutto il resto sono parole,parole,parole.Inutili parole o forse parole utili agli addetti ai lavori, parole di cui la gente e' stanca.E sono sicuro,come ho spento io la tv oggi,chissa' quanti italiani l'han fatto,stanchi degli effetti speciali e stanchi di non aver i soldi per far la spesa,ma soprattutto stanchi di sentirsi cosi umiliati nel proprio paese.
Un caro saluto
Cesare Colonnese
L'abbandono
Beh si,e' quasi assodato.D'Amore non si muore.Insomma non immediatamente.Pero' si puo' soffrire d'Amore,ci si puo' trascurare,si puo' non mangiare,si puo' stramangiare.Ci si puo' trascinar dentro un malessere, qualcosa che fa male e allora si,e' un po' come morire ogni giorno.
I ricordi,la nostalgia,gli attimi diventati pian piano sbiaditi, inafferrabili nelle nostre vite.Son quelli che ci soffocano e che qualche volta tormentano,son quelli che ci rendono malinconici.La nostalgia e' come un velo che si accascia sopra di noi,che si intravede anche negli negli occhi,perche' li vela fino a togliere brillantezza allo sguardo.Siamo uomini,ed e' normale,e' anche giusto soffrire di nostalgia.Un caro estinto,una persona che amavamo che magari se ne andata di improvviso.Un po' questo e un po' quello,cioe' qualcuno se ne andato in cielo e qualcun altro invece se ne e' andato e basta. Il ricordo ed ecco che la vita in alcuno attimi si trasforma in una sinfonia lenta che ci fa pensare e andare lontano con la mente.
Alle volte lontano a riabracciare quegli amori che abbiam perduto,qualche volta lontano ad abbracciare il prossimo amore che verra'.Sara' diverso il prossimo amore ci diciamo sempre.Sara' diverso perche' lo vorrei cosi e cosi e cosi....ma l'Amore non accetta condizioni,non accetta previsioni.E' veloce...o alle volte lento,ma violento e deciso.Non lascia riflettere,non lascia razionalita',non lascia spazio di decidere.Se ti lascia razionalita' e spazio allora non e' amore.L'Amore non calcola.
E ogni tanto leggersi dentro fa bene,fa bene sentire una canzone e di istinto tornare indietro a quel giorno quando la sentisti per la prima volta ed eri seduto sul divano di casa con la persona che amavi.Come tutte le cose ti sembrava tua,parte della tua vita,come quella canzone che poi si e' persa nel vento.
Chissa' come sara' tornare ad amare.Perche' qualche volta hai paura di non riuscirci piu',hai paura che ti riaffiori la paura di essere tradito,di essere lasciato li,dimenticato,come se non esistessi piu'.
L'abbandono.Una delle cose piu' tragiche della vita e piu' insopportabili per noi uomini.Grandi,piccoli,giovani.vecchi.Tutti abbiam paura dell'abbandono.In casa di riposo da anziani,alle giostre per mano dei nostri genitori,nella vita a fianco della persona con la quale la dividiamo.Paura di essere abbandonati,di trovarci cosi,di improvviso,spogli,un altra volta come quando siamo nati,nel bel mezzo del mondo,da soli.Una delle cose che ci rende piu' tristi nella vita e' quel che poi diventera' un distacco,quella mano che ci saluta da lontano,come nei filmini ricordo,come quando una persona parte.Un familiare,un Amore,un amico....al binario della stazione,davanti al vetro di un ospedale,al porto di una nave,quel nodo alla gola che significa distacco,attesa,malinconia.
E cosi,per soffrire di meno, per sentirci meno soli,si conservano per sempre nel cuore i momenti dell'ultimo attimo vissuto con una persona.Sia che se ne sia andata per il suo lungo viaggio,sia che ne sia andata per scelta,sia che ti abbia lasciato...in verita' poco cambiera' per te...tu la vivrai come un distacco da te.E un distacco da te che tu non hai scelto per te sara' sempre un abbandono.
Quel che ti rimane nella mente e' il ricordo di quel pomeriggio davanti a quell'autobus .La porta che si chiudeva,la sua mano che ti salutava e i suoi occhi che cercavano i tuoi.
I ricordi,la nostalgia,gli attimi diventati pian piano sbiaditi, inafferrabili nelle nostre vite.Son quelli che ci soffocano e che qualche volta tormentano,son quelli che ci rendono malinconici.La nostalgia e' come un velo che si accascia sopra di noi,che si intravede anche negli negli occhi,perche' li vela fino a togliere brillantezza allo sguardo.Siamo uomini,ed e' normale,e' anche giusto soffrire di nostalgia.Un caro estinto,una persona che amavamo che magari se ne andata di improvviso.Un po' questo e un po' quello,cioe' qualcuno se ne andato in cielo e qualcun altro invece se ne e' andato e basta. Il ricordo ed ecco che la vita in alcuno attimi si trasforma in una sinfonia lenta che ci fa pensare e andare lontano con la mente.
Alle volte lontano a riabracciare quegli amori che abbiam perduto,qualche volta lontano ad abbracciare il prossimo amore che verra'.Sara' diverso il prossimo amore ci diciamo sempre.Sara' diverso perche' lo vorrei cosi e cosi e cosi....ma l'Amore non accetta condizioni,non accetta previsioni.E' veloce...o alle volte lento,ma violento e deciso.Non lascia riflettere,non lascia razionalita',non lascia spazio di decidere.Se ti lascia razionalita' e spazio allora non e' amore.L'Amore non calcola.
E ogni tanto leggersi dentro fa bene,fa bene sentire una canzone e di istinto tornare indietro a quel giorno quando la sentisti per la prima volta ed eri seduto sul divano di casa con la persona che amavi.Come tutte le cose ti sembrava tua,parte della tua vita,come quella canzone che poi si e' persa nel vento.
Chissa' come sara' tornare ad amare.Perche' qualche volta hai paura di non riuscirci piu',hai paura che ti riaffiori la paura di essere tradito,di essere lasciato li,dimenticato,come se non esistessi piu'.
L'abbandono.Una delle cose piu' tragiche della vita e piu' insopportabili per noi uomini.Grandi,piccoli,giovani.vecchi.Tutti abbiam paura dell'abbandono.In casa di riposo da anziani,alle giostre per mano dei nostri genitori,nella vita a fianco della persona con la quale la dividiamo.Paura di essere abbandonati,di trovarci cosi,di improvviso,spogli,un altra volta come quando siamo nati,nel bel mezzo del mondo,da soli.Una delle cose che ci rende piu' tristi nella vita e' quel che poi diventera' un distacco,quella mano che ci saluta da lontano,come nei filmini ricordo,come quando una persona parte.Un familiare,un Amore,un amico....al binario della stazione,davanti al vetro di un ospedale,al porto di una nave,quel nodo alla gola che significa distacco,attesa,malinconia.
E cosi,per soffrire di meno, per sentirci meno soli,si conservano per sempre nel cuore i momenti dell'ultimo attimo vissuto con una persona.Sia che se ne sia andata per il suo lungo viaggio,sia che ne sia andata per scelta,sia che ti abbia lasciato...in verita' poco cambiera' per te...tu la vivrai come un distacco da te.E un distacco da te che tu non hai scelto per te sara' sempre un abbandono.
domenica 18 maggio 2014
All'ufficio postale
Ma porca pupazza.Capita sempre cosi !
Capita sempre che la raccomandata di turno non venga recapitata e che il fattorino lasci il comunicato nella cassetta.Una raccomandata ogni due giorni,ma di questo parleremo in un altro post.
Quindi,trovare l'avviso in cassetta,significa obbligare il povero disgraziato che lo riceve a doversi recare all ufficio postale.Per regola e per logica ( quella italiana ) l'ufficio che han scelto per smistare le raccomandate,non e' mai quello a fianco di casa tua o quello della succursale piu' in la.E' sempre dall'altro capo della citta'.Pare lo facciano apposta.E forse lo fanno davvero apposta per tenerci in forma.Ad esempio,nel caso di Venezia abiti a Cannaregio?Bene,devi ritirare la raccomandata all'ufficio postale di San Marco,dalle ore 10 alle ore 13.Se per caso arrivi alle 9 e 30,ti mandano via con una scusa od un altra dicendoti di ritornare dopo le dieci.Non perche' non han la raccomandata,ma solo perche' sul timbro e' scritto cosi.Quindi,quando arrivi a destinazione per il ritiro di questa cazzo di raccomandata,sei gia a pezzi e hai la lingua a penzoloni.
Capita anche ieri mattina a me.Mi alzo,vado in bagno,mi faccio la doccia,mi lavo i denti,mi vesto,faccio colazione e prendo l'avviso per recarmi nell'ufficio il cui indirizzo e' sul timbro che viene riportato sulla stessa carta.
Sara' caldo,sara' freddo,che strana temperatura.Meglio mettere questa maglia piu' pesante va' che non si sa mai.Bravo.Sara' un inferno.
Scese le scale e girato l'angolo,il sole invade la strada come in una giornata d'agosto.Ora avrei dinanzi a te due opzioni.Quella di prendere il mezzo pubblico o quella di andare a piedi.Ma il mezzo pubblico come sempre mi passa sotto il naso e cosi scelgo la seconda opzione.Con calma,senza affannarsi,tanto e' tutto perso...
Finalmente dopo una sudata e dopo aver attraversato mezza citta' arrivo nell ufficio postale destinato.L'umore e' cambiato,sono immancabilmente incazzato nero perche' non e' possibile girare mezza citta' per ritirare una cosa che tra l'atro non sara' di sicuro un assegno di risarcimento.
Come entro nell'ufficio postale c'e' una coda senza fine.Come dal dottore,comel al supermercato,come ovunque.Code code e sempre code.Una serie di sportelli uno dopo l'altro,ed uno pensa beh faro' prestissimo con tutti questi sportelli.Col piffero!E' solo un bleff.Tre quarti di quegli sportelli servono per cose che non fa quasi nessuno.Per le cose che tutti fanno ve ne sono adibiti solo due,di sportelli.Dietro ad ogni sportello vi sono gli addetti.Uomini e donne.Almeno credo.Quasi tutti con una cosa in comune: la faccia svogliata.Che vuol dire avere la faccia svogliata?Quelli che non sorridono,quelli che non dicono grazie,non dicono prego,non dicono.Quelli che non dicono.Nemmeno quando parlano.
Stanno li,perche' hanno avuto il posto pubblico fisso e coi tempi che corrono....
Quindi chi se ne frega se chi entra ha fretta e mille cose da fare.Prendi il tuo numerino e siediti li.Aspetta.
E cosi fai.Dopo aver letto un quarto d'ora sul box che piazzano di fronte alla porta senza aver trovato la clausola che fa per te,prendi il biglietto con la lettera A perche' l'anziana signora dietro di te dice che con la lettera A si fa tutto.Dal momento che tu prendi la A stai sicuro che chiameranno la C.
Ti siedi,nel caso di ieri,mi siedo e comincio questa sfibrante attesa senza fine.Sono le 10 e 15.Uno degli sportelli chiude perche' l'addetta va a bere il caffe'.Avra' sete o probabilmente con la speranza di svegliarsi un po'.
La gente in coda e' nervosa,potrebbe scaternarsi un putiferio da un momento a un altro,speriamo bene.Io non mi sbilancio mai,al massimo istigo gli altri dicendo : eh si,aveva sete.
Manca poco che mi chiamino,quando improvvisamente comincio a sentire dei crampi alla pancia.Cavolo che dolore....comincio a piegarmi.Cerco di non dare nell'occhio e intanto conto,uno,due,tre,quattro,ma all'apice del dolore sento din don A 22.Sono io.Con la fronte sudata,(non immagino pensare come sarei stato se avessi avuto i capelli) mi avvicino camminando pian piano.Tutti mi guardano perche' non capiscono come mai io vada a rallentatore.Intanto prego Ave Maria piena di Grazie il Signore e' con te.Si capisce che dico il rosario,ma non si capisce se lo stringo tra le mani.
Mi dia i documenti per favore,me li dia un altra volta perche' ho dimenticato di scrivere il numero.No.Non ce la faro' me la sento.Non ce la faro' mai.
Signorina scusi,c'e' un bagno?No,mi dispiace e' solo per gli addetti ai lavori.Eh si penso io,siccome lavoran troppo e si stancano,avranno anche la doccia con idromassaggio.
Esco piu morto che vivo dall'ufficio postale e mi rendo conto che il primo bar e' almeno a 500 metri di distanza.La preghiera continua.Tu sei Benedetta tra le donne e' Benedetto il frutto del seno tuo Gesu'.
Finalmente riesco a varcare la soglia del bar e passando di corsa dico loro un caffe'.Corro al bagno mi calo i pantaloni ( perche' coi pantaloni su non la posso fare) e mi siedo,sentendo le gambe che mi cominciano a tremare.Esausto di questa ultima mezz'ora di vita allungo la mano e mi accorgo che.....non hanno messo la carta igienica.Il finale?Aguzzate la fantasia.
Capita sempre che la raccomandata di turno non venga recapitata e che il fattorino lasci il comunicato nella cassetta.Una raccomandata ogni due giorni,ma di questo parleremo in un altro post.
Quindi,trovare l'avviso in cassetta,significa obbligare il povero disgraziato che lo riceve a doversi recare all ufficio postale.Per regola e per logica ( quella italiana ) l'ufficio che han scelto per smistare le raccomandate,non e' mai quello a fianco di casa tua o quello della succursale piu' in la.E' sempre dall'altro capo della citta'.Pare lo facciano apposta.E forse lo fanno davvero apposta per tenerci in forma.Ad esempio,nel caso di Venezia abiti a Cannaregio?Bene,devi ritirare la raccomandata all'ufficio postale di San Marco,dalle ore 10 alle ore 13.Se per caso arrivi alle 9 e 30,ti mandano via con una scusa od un altra dicendoti di ritornare dopo le dieci.Non perche' non han la raccomandata,ma solo perche' sul timbro e' scritto cosi.Quindi,quando arrivi a destinazione per il ritiro di questa cazzo di raccomandata,sei gia a pezzi e hai la lingua a penzoloni.
Capita anche ieri mattina a me.Mi alzo,vado in bagno,mi faccio la doccia,mi lavo i denti,mi vesto,faccio colazione e prendo l'avviso per recarmi nell'ufficio il cui indirizzo e' sul timbro che viene riportato sulla stessa carta.
Sara' caldo,sara' freddo,che strana temperatura.Meglio mettere questa maglia piu' pesante va' che non si sa mai.Bravo.Sara' un inferno.
Scese le scale e girato l'angolo,il sole invade la strada come in una giornata d'agosto.Ora avrei dinanzi a te due opzioni.Quella di prendere il mezzo pubblico o quella di andare a piedi.Ma il mezzo pubblico come sempre mi passa sotto il naso e cosi scelgo la seconda opzione.Con calma,senza affannarsi,tanto e' tutto perso...
Finalmente dopo una sudata e dopo aver attraversato mezza citta' arrivo nell ufficio postale destinato.L'umore e' cambiato,sono immancabilmente incazzato nero perche' non e' possibile girare mezza citta' per ritirare una cosa che tra l'atro non sara' di sicuro un assegno di risarcimento.
Come entro nell'ufficio postale c'e' una coda senza fine.Come dal dottore,comel al supermercato,come ovunque.Code code e sempre code.Una serie di sportelli uno dopo l'altro,ed uno pensa beh faro' prestissimo con tutti questi sportelli.Col piffero!E' solo un bleff.Tre quarti di quegli sportelli servono per cose che non fa quasi nessuno.Per le cose che tutti fanno ve ne sono adibiti solo due,di sportelli.Dietro ad ogni sportello vi sono gli addetti.Uomini e donne.Almeno credo.Quasi tutti con una cosa in comune: la faccia svogliata.Che vuol dire avere la faccia svogliata?Quelli che non sorridono,quelli che non dicono grazie,non dicono prego,non dicono.Quelli che non dicono.Nemmeno quando parlano.
Stanno li,perche' hanno avuto il posto pubblico fisso e coi tempi che corrono....
Quindi chi se ne frega se chi entra ha fretta e mille cose da fare.Prendi il tuo numerino e siediti li.Aspetta.
E cosi fai.Dopo aver letto un quarto d'ora sul box che piazzano di fronte alla porta senza aver trovato la clausola che fa per te,prendi il biglietto con la lettera A perche' l'anziana signora dietro di te dice che con la lettera A si fa tutto.Dal momento che tu prendi la A stai sicuro che chiameranno la C.
Ti siedi,nel caso di ieri,mi siedo e comincio questa sfibrante attesa senza fine.Sono le 10 e 15.Uno degli sportelli chiude perche' l'addetta va a bere il caffe'.Avra' sete o probabilmente con la speranza di svegliarsi un po'.
La gente in coda e' nervosa,potrebbe scaternarsi un putiferio da un momento a un altro,speriamo bene.Io non mi sbilancio mai,al massimo istigo gli altri dicendo : eh si,aveva sete.
Manca poco che mi chiamino,quando improvvisamente comincio a sentire dei crampi alla pancia.Cavolo che dolore....comincio a piegarmi.Cerco di non dare nell'occhio e intanto conto,uno,due,tre,quattro,ma all'apice del dolore sento din don A 22.Sono io.Con la fronte sudata,(non immagino pensare come sarei stato se avessi avuto i capelli) mi avvicino camminando pian piano.Tutti mi guardano perche' non capiscono come mai io vada a rallentatore.Intanto prego Ave Maria piena di Grazie il Signore e' con te.Si capisce che dico il rosario,ma non si capisce se lo stringo tra le mani.
Mi dia i documenti per favore,me li dia un altra volta perche' ho dimenticato di scrivere il numero.No.Non ce la faro' me la sento.Non ce la faro' mai.
Signorina scusi,c'e' un bagno?No,mi dispiace e' solo per gli addetti ai lavori.Eh si penso io,siccome lavoran troppo e si stancano,avranno anche la doccia con idromassaggio.
Esco piu morto che vivo dall'ufficio postale e mi rendo conto che il primo bar e' almeno a 500 metri di distanza.La preghiera continua.Tu sei Benedetta tra le donne e' Benedetto il frutto del seno tuo Gesu'.
Finalmente riesco a varcare la soglia del bar e passando di corsa dico loro un caffe'.Corro al bagno mi calo i pantaloni ( perche' coi pantaloni su non la posso fare) e mi siedo,sentendo le gambe che mi cominciano a tremare.Esausto di questa ultima mezz'ora di vita allungo la mano e mi accorgo che.....non hanno messo la carta igienica.Il finale?Aguzzate la fantasia.
giovedì 15 maggio 2014
Parenti serpenti.
Tra i film che ho visto nella mia vita e che piu' si sono avvicinati alla realta' c'e' di sicuro parenti serpenti.
Impossibile non rivedersi nella vicenda che il regista in modo minuzioso e preciso e' riuscito a disegnare.
I parenti sono rappresentati da tutte le persone che in qualche modo son legate ai nostri genitori.Sia da parte di madre che da parte di padre.Generalmente e non si e' mai capito perche',vi e' gia' un antagonismo tra le due forze,mai alleate.Parenti della madre contro parenti del padre.Una specie di ciao Darwin televisivo che dura per tutta la vita.
Quel che tiene legato il nucleo sono i nonni.I genitori dei nostri genitori,che pur essendo anziani,organizzando cene di Natale e pranzi Pasquali portano avanti la barracca.Non ci si vede piu' di quei due giorni,perche' la zia Matilde abita a Roma e lo zio Alfio abita a Bolzano e percio' riuscire a far quadrare le cose non e' sempre facile.Fallo per me dira' l'anziana nonna al telefono,nel sentire che la figlia Matilde del cenone di Natale non ne vuole sapere.Strano,eppure le donne un tempo erano piu' accomodanti e cercavano di legare la famiglia,oggi son spesso proprio loro che fan di tutto perche' non se ne faccia piu' niente.Forse per non lavare i piatti e star li a cucinare per un reggimento e per una settimana intera star seduti davanti a una tavola imbandita e litigando?Forse perche' oggi stan tutte piu' attente alla dieta e di star a cucinare per una caserma nessuno ne ha voglia,ma non solo.Sicuramente non solo.Nel pandoro o nel panettone vi e' il regalo di Natale:la litigata famigliare puntuale e catastrofica.Quella non manca mai,e tanti piu' figli e nipoti vi saranno in famiglia,tanto piu' "impegnativa"sara' la litigata.
In genere i parenti di papa' parlano meno e chissa' perche' dai nonni paterni spesso ci si va sempre poco.Si fan le feste sempre e immancabilmente dai nonni materni e se si chiede una spiegazione vien detto che l'altra nonna non ama le feste,non le piace cucinare,e' fatta cosi.
Fatta cosi' pensa un bambino nella sua ingenuita?Chissa cosa vuol dire fatta cosi.
Ma finalmente arriva il cenone di Natale e l'atmosfera magica tanto attesa e' giunta.Luci colorate,musica di sottofondo quasi in una sorta di poesia dove la nonna seduta a capotavola fa da padrona.Anziana,diciamo pur vecchia,sull'ottantina,mezza sorda,ma solo dove vuole lei.Perche' in genere le cattiverie da sentire le sente tutte e sente anche spesso qualcosa che non e' stato mai detto.
Insomma,figli,figlie,generi,nuore,nipoti ( facciamo una ventina in tutto? ).Chi si da da fare,apparecchia la tavola,cucina e frigge il baccala' sacrosanto della vigilia e anche pe ril pranzo del Santo giorno.Chi prepara la crema per il panettone,chi taglia a pezzi il torrone e con la scusa se ne mangia mezzo.Ognuno apparentemente fa la sua parte,a parte la nonna che ,giustamente,e' anziana ed e' arrivato per lei tempo di risposare.Forse questo e' il lato piu' tenero di questa festa,vedere il rispetto che i figli hanno nei confronti dell'anziana madre che ha lavorato una vita.
Rimane sicuro al cento per cento che nel bel mezzo della festa di Natale scappa una parola di troppo a qualcuno e succede un casino.Ad esempio se nella numerosa famiglia vi e' un uomo omosessuale,state pur certi che nel bel mezzo della serata a tavola : e allora Antonio come va?Trovata la fidanzata?Ma non ti vuoi proprio sposare?E Antonio col boccone in gola pensa:ma davvero questi non hanno ancora capito che sono finocchio?Spesso e' perche' viene offesa una cognata.La cognata,cioe' la nuora per la suocera ( ad esempio la moglie di un figlio) una figura che spesso rimane silenziosa e osserva tutto cio' che fan gli altri per muoversi poi di conseguenza.Oppure e' una piantagrane che riporta a suo marito sottovoce tutte le parole che si dicono.Pensate che io ne ho conosciuta una che ad ogni festa,ad ogni,ad ogni ad ogni Natale,non appena la tavola era imbandita e pronta lei si girava verso suo marito e le diceva : Pierluigi,ho mal di testa.Accadeva non appena la tavola era piena di prelibatezze.Boh,forse non voleva mangiare.
Allora l'anziana nonna la faceva accomodare in cameretta e abbassando la persiana la facevan risposare.
Usciti dalla camera pero' non si doveva far volare una mosca perche' " la zia ha mal di testa".Quindi tutti sti bambini che non aspettavano altro che il giorno di Natale per fare un po' di baldoria,inchiodati a una sedia in attesa che l'aspirina facesse effetto a Sua Maesta'.
Cosa impossibile.Impossibile tenere fermi i bambini ai quali se anche spieghi che la zia ha mal di testa,probabilmente la prima cosa che viene loro in mente sara' : e come mai non se ne torna a casa sua ?Grandi i bambini! piu' grandi dei grandi !
Mentre la cognata si riposa ( non si sa da cosa) sul letto di famiglia,in tavola il fratello ( il marito della malata) e' un po teso.Di fronte a lui ha una delle sorelle ( la piu giovane).Una mezza nevrastenica,zitella che crede di sapere tutto della vita.Ce l ha con lui,da sempre.Perche' e' il piu' vecchio dei fratelli e anche lui come lei pensa si sapere tutto della vita.
Profondamente inasprita con la moglie del fratello( di sicuro per gelosia),rode al fatto che la moglie sia distesa sul suo letto.Esatto,perche' lei non essendo sposata vive ancora con la nonna.Chi vive con la nonna rispetto a tutti gli altri ha sempre il dente avvelenato,perche' mentre per gli altri la visita alla nonna e' un piacere che si concedono solo a Natale e Pasqua,per lei il piacere e' quotidiano.
Le e' passato il mal di testa chiede lei al fratello o le porto qualche goccia di novalgina?No,non le e' passato,quando le succede deve rimanere al buio per tutto il giorno,distesa e in silenzio ( e che do coioni ).
I bambini tremano davanti a queste parole:ma staremo tutto il giorno in silenzio?
Il pranzo va avanti,si inizia a bere un po di vino e si mangia.Regna il silenzio e la voce del tg1,nulla di piu'.Essi,la zia ha mal di testa.Ma se questa non e' nemmeno mia zia...e che palle!
Ma e' dopo 4 o 5 bicchieri di vino che una delle sorelle dice :ma come mai ha sempre mal di testa a Natale?
Tu come ti permetti,risponde il fratello maggiore.Come ti permetti di insinuare che mia moglie fa apposta?
La miccia e' esplosa.Da quel momento sara' un litigio furibondo e continuo.Urla,piatti che volano,ricordi del passato che parevano sepolti riemergono per rafforzare il litigio.
E lei sempre di la',distesa.Apparentemente mummificata.
I bambini traumatizzati dalle urla furibonde,approfittano per scappare sulla terrazza e accendere i botti di Natale,mentre gli adulti presi dalla lite non se ne accorgono.La nonna cerca di pacare la situazione,ma non ci riesce.Quando al figlio toccano la moglie lui perde le staffe e poi in fondo lei non vuol andar contro al figlio.
Sara' il loro ultimo Natale insieme.La malata immaginaria si curera' a casa sua.
Nonna il prossimo anno sara' in Paradiso.
nb.lo scritto e' di mia fantasia,non e' un riassunto del film.
Questo e' il film completo,se vi interessa vederlo.Uno spasso.
Impossibile non rivedersi nella vicenda che il regista in modo minuzioso e preciso e' riuscito a disegnare.
I parenti sono rappresentati da tutte le persone che in qualche modo son legate ai nostri genitori.Sia da parte di madre che da parte di padre.Generalmente e non si e' mai capito perche',vi e' gia' un antagonismo tra le due forze,mai alleate.Parenti della madre contro parenti del padre.Una specie di ciao Darwin televisivo che dura per tutta la vita.
Quel che tiene legato il nucleo sono i nonni.I genitori dei nostri genitori,che pur essendo anziani,organizzando cene di Natale e pranzi Pasquali portano avanti la barracca.Non ci si vede piu' di quei due giorni,perche' la zia Matilde abita a Roma e lo zio Alfio abita a Bolzano e percio' riuscire a far quadrare le cose non e' sempre facile.Fallo per me dira' l'anziana nonna al telefono,nel sentire che la figlia Matilde del cenone di Natale non ne vuole sapere.Strano,eppure le donne un tempo erano piu' accomodanti e cercavano di legare la famiglia,oggi son spesso proprio loro che fan di tutto perche' non se ne faccia piu' niente.Forse per non lavare i piatti e star li a cucinare per un reggimento e per una settimana intera star seduti davanti a una tavola imbandita e litigando?Forse perche' oggi stan tutte piu' attente alla dieta e di star a cucinare per una caserma nessuno ne ha voglia,ma non solo.Sicuramente non solo.Nel pandoro o nel panettone vi e' il regalo di Natale:la litigata famigliare puntuale e catastrofica.Quella non manca mai,e tanti piu' figli e nipoti vi saranno in famiglia,tanto piu' "impegnativa"sara' la litigata.
In genere i parenti di papa' parlano meno e chissa' perche' dai nonni paterni spesso ci si va sempre poco.Si fan le feste sempre e immancabilmente dai nonni materni e se si chiede una spiegazione vien detto che l'altra nonna non ama le feste,non le piace cucinare,e' fatta cosi.
Fatta cosi' pensa un bambino nella sua ingenuita?Chissa cosa vuol dire fatta cosi.
Ma finalmente arriva il cenone di Natale e l'atmosfera magica tanto attesa e' giunta.Luci colorate,musica di sottofondo quasi in una sorta di poesia dove la nonna seduta a capotavola fa da padrona.Anziana,diciamo pur vecchia,sull'ottantina,mezza sorda,ma solo dove vuole lei.Perche' in genere le cattiverie da sentire le sente tutte e sente anche spesso qualcosa che non e' stato mai detto.
Insomma,figli,figlie,generi,nuore,nipoti ( facciamo una ventina in tutto? ).Chi si da da fare,apparecchia la tavola,cucina e frigge il baccala' sacrosanto della vigilia e anche pe ril pranzo del Santo giorno.Chi prepara la crema per il panettone,chi taglia a pezzi il torrone e con la scusa se ne mangia mezzo.Ognuno apparentemente fa la sua parte,a parte la nonna che ,giustamente,e' anziana ed e' arrivato per lei tempo di risposare.Forse questo e' il lato piu' tenero di questa festa,vedere il rispetto che i figli hanno nei confronti dell'anziana madre che ha lavorato una vita.
Rimane sicuro al cento per cento che nel bel mezzo della festa di Natale scappa una parola di troppo a qualcuno e succede un casino.Ad esempio se nella numerosa famiglia vi e' un uomo omosessuale,state pur certi che nel bel mezzo della serata a tavola : e allora Antonio come va?Trovata la fidanzata?Ma non ti vuoi proprio sposare?E Antonio col boccone in gola pensa:ma davvero questi non hanno ancora capito che sono finocchio?Spesso e' perche' viene offesa una cognata.La cognata,cioe' la nuora per la suocera ( ad esempio la moglie di un figlio) una figura che spesso rimane silenziosa e osserva tutto cio' che fan gli altri per muoversi poi di conseguenza.Oppure e' una piantagrane che riporta a suo marito sottovoce tutte le parole che si dicono.Pensate che io ne ho conosciuta una che ad ogni festa,ad ogni,ad ogni ad ogni Natale,non appena la tavola era imbandita e pronta lei si girava verso suo marito e le diceva : Pierluigi,ho mal di testa.Accadeva non appena la tavola era piena di prelibatezze.Boh,forse non voleva mangiare.
Allora l'anziana nonna la faceva accomodare in cameretta e abbassando la persiana la facevan risposare.
Usciti dalla camera pero' non si doveva far volare una mosca perche' " la zia ha mal di testa".Quindi tutti sti bambini che non aspettavano altro che il giorno di Natale per fare un po' di baldoria,inchiodati a una sedia in attesa che l'aspirina facesse effetto a Sua Maesta'.
Cosa impossibile.Impossibile tenere fermi i bambini ai quali se anche spieghi che la zia ha mal di testa,probabilmente la prima cosa che viene loro in mente sara' : e come mai non se ne torna a casa sua ?Grandi i bambini! piu' grandi dei grandi !
Mentre la cognata si riposa ( non si sa da cosa) sul letto di famiglia,in tavola il fratello ( il marito della malata) e' un po teso.Di fronte a lui ha una delle sorelle ( la piu giovane).Una mezza nevrastenica,zitella che crede di sapere tutto della vita.Ce l ha con lui,da sempre.Perche' e' il piu' vecchio dei fratelli e anche lui come lei pensa si sapere tutto della vita.
Profondamente inasprita con la moglie del fratello( di sicuro per gelosia),rode al fatto che la moglie sia distesa sul suo letto.Esatto,perche' lei non essendo sposata vive ancora con la nonna.Chi vive con la nonna rispetto a tutti gli altri ha sempre il dente avvelenato,perche' mentre per gli altri la visita alla nonna e' un piacere che si concedono solo a Natale e Pasqua,per lei il piacere e' quotidiano.
Le e' passato il mal di testa chiede lei al fratello o le porto qualche goccia di novalgina?No,non le e' passato,quando le succede deve rimanere al buio per tutto il giorno,distesa e in silenzio ( e che do coioni ).
I bambini tremano davanti a queste parole:ma staremo tutto il giorno in silenzio?
Il pranzo va avanti,si inizia a bere un po di vino e si mangia.Regna il silenzio e la voce del tg1,nulla di piu'.Essi,la zia ha mal di testa.Ma se questa non e' nemmeno mia zia...e che palle!
Ma e' dopo 4 o 5 bicchieri di vino che una delle sorelle dice :ma come mai ha sempre mal di testa a Natale?
Tu come ti permetti,risponde il fratello maggiore.Come ti permetti di insinuare che mia moglie fa apposta?
La miccia e' esplosa.Da quel momento sara' un litigio furibondo e continuo.Urla,piatti che volano,ricordi del passato che parevano sepolti riemergono per rafforzare il litigio.
E lei sempre di la',distesa.Apparentemente mummificata.
I bambini traumatizzati dalle urla furibonde,approfittano per scappare sulla terrazza e accendere i botti di Natale,mentre gli adulti presi dalla lite non se ne accorgono.La nonna cerca di pacare la situazione,ma non ci riesce.Quando al figlio toccano la moglie lui perde le staffe e poi in fondo lei non vuol andar contro al figlio.
Sara' il loro ultimo Natale insieme.La malata immaginaria si curera' a casa sua.
Nonna il prossimo anno sara' in Paradiso.
nb.lo scritto e' di mia fantasia,non e' un riassunto del film.
Questo e' il film completo,se vi interessa vederlo.Uno spasso.
martedì 13 maggio 2014
Frida Kahlo.Dipingere il dolore.
Insomma,Frida,dopo aver dipinto per mesi e mesi le sue opere costretta da un busto e da un gesso a rimanere immobile,decide di chiedere opinione riguardo i suoi dipinti.Proprio a questo famoso pittore di fama: Diego Rivera.Lo fa in maniera semplice,informale,mettendosi qualche quadro sotto il braccio e andandolo a cercare pur di avere un opinione.
Diego Rivera,rimarra' entusiasta delle opere di Frida,e subito si rendera' conto del fatto che lei sara' la prima donna a dipingere in maniera coi spontanea la sessualita' femminile e la fragilita' del suo corpo.
Nel 1928 Frida,entra a far parte del gruppo di pittori ed artisti che raccontano il Messico di quegli anni e che scelgono anche tramite il supporto dello stato di mostrare alla gente la storia,tramite dipinti e murales.Frida ne fa perfettamente parte,perche' anche lei dipinge il Messico a modo suo,scimmie,pappagalli,cervi,abiti tipici,colori.Sempre nello stesso anno e tramite un amica fotografa ( Tina Modotti) Frida conosce bene Diego Rivera.Diego e' un pittore di fama,muralista,straordinario artista.
Loro due si erano gia' conosciuti anni orsono,ed infatti lo stesso Diego di lei ricorda gli occhi brillanti.Frida lo soprannomina l'elefante,poiche' Diego ha una stazza imponente,un portamento goffo,ingombrante.E' divorziato gia' un paio di volte e ha gia' quattro figli.Ma Frida se ne innamora,si innamora della sua semplicita',del suo "non essere bello",si innamora di quella che lui ritiene essere "incapacita' di essere fedele".
Il 21 Agosto del 1929 si sposeranno anche se la madre di Frida non sara' del tutto contenta.
Purtroppo anche se Frida aspetta un bambino,la gravidanza verra' interrotta per un grave problema dovuto al suo vecchio incidente che le impedira' di portare avanti la gravidanza che verra' interrotta intorno ai 3 mesi.
Sara' di nuovo in attesa Frida,qualche anno dopo a Detroit,durante un viaggio di lavoro col marito.Li decideranno di tentare di tenere il bambino,ma le fratture avute al bacino impediranno di portare avanti la gravidanza e per Frida il 4 Luglio,in una calda sera d'estate dopo un malore perde il bambino.
Ricorrera' sovente questo momento di dolore nei dipinti di Frida,ricorrera' di vederlo,e di capire che lei parla di questo.Aveva imparato a soffrirne in silenzio,dipingendolo,dipingendosi.
Torneranno in Messico presto Diego e Frida,ma lei non e' felice.Diego non e' serio,non e' leale,non le porta rispetto e spesso la tradisce con donne di passaggio o modelle.
Nel 1934 lei stessa,a conoscenza di un periodo difficile della sorella,le consiglio' di aiutar Diego Rivera nel suo studio,magari tenendo ordine nelle sue cose,o posando come modella.
Ma fu qui un altro suo grosso dolore.Diego tradira' lei con la sua stessa sorella Cristina e Frida di questo soffrira' molto e decidera' di dividersi.Un gesto inacettabile che lei dipingera' in un quadro dove con una forbice tagliera' quei capelli neri che Diego tanto amava.
Sara' una specie di separazione quella tra Diego e Frida,in realta' loro non si divideranno mai e il loro dialogo continuera'sempre.Frida pur ribellandosi a lui con rapporti occasionali con uomini e donne ,conservera' sempre dentro di lei l'amore per Diego,quell'uomo che nella sua piu' recondita parte dell'anima,lei giustifica sempre.
Nel 1937 nella casa asul ( bellissima dimora di Frida e Diego oggi museo) vengono ospitati Lev Trotskij e la moglie che estradati dalla Russia da da un po',cercavano in realta' qualche rifugio segreto.
Il tempo passa inesorabile,ma Frida deve fare i conti con la sua salute ancora una volta.Si ripresentano strascichi del vecchio incidente che richiedono ben nove operazioni alla colonna vertebrale mesi si immobilita' a letto.Sopporta i dolori,fa uso ricorrente di antidolorifici e anche questo vagamente si nota nei suoi dipinti.Un cambio di mano,i colori piu' grossolani,meno definiti,come se la sofferenza venisse proiettata tramite il pennello.E cosi faceva Frida,proiettava le emozioni,la sofferenza.
Finalmente nel 1953 a Citta' del Messico viene allestita tramite la sua amica Lola Alvarez Bravo la prima mostra di Frida Kahlo.Purtroppo pero' la salute di Frida impedisce la sua presenza,fin quando Diego ( col quale si era riapacificata nel tempo) decise di farla trasportare alla mostra col letto su di un furgone.
Insomma Frida,riuscira' a presenziare pur rimanendo a letto all'apertura della prima mostra a lei dedicata.Malandata,in preda all'alcool e stordita da antidolorifici,Frida fara' un successone,cantando e brindando in mezzo al suo amato pubblico.Frida Kahlo morira' per broncopolmonite all'eta di 46 anni,la notte del 13 Luglio.
Forte,colorata,coraggiosa,umile,vera e leale.
Conobbi Frida quando fecero una mostra su di lei e mi venne chiesto di fare il body guard.Pensai: il body guard per un quadro?
Si esatto.Feci il body guard per qualche ora dinanzi a un quadro e ne fui orgoglioso perche' davanti a quel quadro mi feci un sacco di domande.Le due Fride.Mi sforzavo per capirne il significato.Oggi che son passati anni,la mia vita e' completamente cambiata,riesco a cogliere il significato di questo dipinto.La sofferenza,gli accadimenti,cio' che vivi spesse volte in silenzio,che non puoi raccontare,di cui non puoi parlare.
Perche' vi sono attimi di vita,momenti,alle volte corti alle volte lunghi che non puoi raccontare a nessuno.
Solo qualcuno piu' sensibile ed intelligente e con l'interesse di farlo puo' alle volte leggere nel tuo sguardo
i dolori riflessi,i dubbi che ti son rimasti,i vuoti.
Ma nell'arco di una vita intera e' difficile incontrare qualcuno che voglia leggere in te.Capita una volta,forse.E anche se capita qualche volta,come in questa storia ha un prezzo.
Allora racconti,scrivi,dipingi,regalando a qualcun altro i tuoi segreti.Colorandoli come i giorni,alle volte col sole alle volte con le nuvole.
Insomma come la vita. Quella che qualche volta ti cambia per sempre.
Perche' vi sono attimi di vita,momenti,alle volte corti alle volte lunghi che non puoi raccontare a nessuno.
Solo qualcuno piu' sensibile ed intelligente e con l'interesse di farlo puo' alle volte leggere nel tuo sguardo
i dolori riflessi,i dubbi che ti son rimasti,i vuoti.
Ma nell'arco di una vita intera e' difficile incontrare qualcuno che voglia leggere in te.Capita una volta,forse.E anche se capita qualche volta,come in questa storia ha un prezzo.
Allora racconti,scrivi,dipingi,regalando a qualcun altro i tuoi segreti.Colorandoli come i giorni,alle volte col sole alle volte con le nuvole.
Insomma come la vita. Quella che qualche volta ti cambia per sempre.
sabato 10 maggio 2014
Il mio amore per Frida kahlo
Voglio andare al mio vernissage...voglio andarci!E invece il dottore lo vieto'.Vieto' a lei di andarci,per la sua stanchezza,per la sua mania di strafare.Ma lei trovo' un modo alla fine e ci ando'.
Frida era fatta cosi da sempre.Strafaceva,convinta di potercela fare.Strafaceva di alcool,strafaceva di sigarette,strafaceva di tutto.
Era il risultato di una vita difficile,una sorta di ribellione,forse lo strascico di quel giorno quando a soli 18 anni fece una corsa per prendere quel maledetto autobus.E corse pure.Lo avesse lasciato andare...
Eppure qualche volta corriamo per andare incontro alle disgrazie,col senno di poi....Ci sono strascichi che non si cancellano nella vita,malgrado il tempo passi.E' quasi come se quella situazione si ripresentasse sempre alla nostra porta.
E' IL 17 SETTEMBRE 1925 ed e' festa.E' il giorno successivo alle celebrazioni per l'indipendenza del Messico,figuriamoci!A citta del Messico e' gran festa.
Frida,insieme ad Alexandro,il suo fidanzatino,si sta trascorrendo questa giornata di festa nel caos della citta'.Saliti sull autobus velocemente per recarsi a casa,un tram si scontra con violenza.La vita di Frida cambia da questo momento.Frida e' una delle poche a rimanere seriamente ferita.Fratture multiple,Frida in quel frangente inaspettato perde addirittura la verginita'. Rimane immobile per molti mesi,per molti mesi senza vedere i genitori,senza vedere se stessa,nemmeno nello specchio.
Inizialmente si penso' che Frida fosse destinata alla morte e come tale fu messa insieme a coloro che non avrebbero ricevuto assitenza,ma fu il suo ragazzo a farla spostare di li.
Un mese di gesso paralizzarono Frida e dopo, affronto' la prima della trentina di operazioni che serviranno per farla guarire.
Immobile,paralizzata,al confine....come a sei anni quando ebbe la spina bifida e nessuno lo capi'.La stessa malattia di sua sorella,ma erano altri tempi,non vi erano cure,non vi erano molti medici.
Frida approfondi il rapporto col padre.Soffriva di crisi epilettiche,ma era un uomo buono,attento alle esigenze della figlia,perspicace del fatto che lei avesse una marcia in piu'.l padre la aveva capita..Matilda Calderon Kahlo no,la madre non ebbe un gran rapporto con Frida che in qualche modo si sentiva sempre condizionata da lei.Si sentiva giudicata,osservata,in qualche modo plagiata anche nelle sue scelte banali come un cambio di vestito.
Frida nella vita studio',la rivoluzione messicana fu per lei un grande slancio,ebbe relazioni umane e fisiche anche con donne.Inaspettatanente,in una societa' completamente impreparata,Frida era bisessuale e sufficentemente menefreghista per potersela vivere senza troppe congetture.Frida era una grande donna,ma diciamocelo,fu forse l'incidente,la disgrazia che la trasformo' in una grande pittrice.Frida costretta all'immobilita'dipingeva se stessa,le sue sensazioni,i suoi momenti.Sua madreper aiutarla fisso' uno specchio al baldacchino affinche lei potesse dipingere se stessa.E cosi fece Frida,prese il suo dolore e lo proietto' sui suoi quadri,sui suoi dipinti che si raccontano da soli.
Era una donna forte si,eppure temeva le operazioni,la paura di non sapere se ce la faceva se poteva andare oltre...la paura dell'incognito.Ci vollero anni per uscire completamente da quella tragica fase e qualche segno su suo corpo rimase.
Guarita da quel maledetto incidente,Frida chiede consiglio a Diego Rivera al quale chiede opionione riguardo i suoi dipinti.
Fine prima parte
Frida era fatta cosi da sempre.Strafaceva,convinta di potercela fare.Strafaceva di alcool,strafaceva di sigarette,strafaceva di tutto.
Era il risultato di una vita difficile,una sorta di ribellione,forse lo strascico di quel giorno quando a soli 18 anni fece una corsa per prendere quel maledetto autobus.E corse pure.Lo avesse lasciato andare...
Eppure qualche volta corriamo per andare incontro alle disgrazie,col senno di poi....Ci sono strascichi che non si cancellano nella vita,malgrado il tempo passi.E' quasi come se quella situazione si ripresentasse sempre alla nostra porta.
E' IL 17 SETTEMBRE 1925 ed e' festa.E' il giorno successivo alle celebrazioni per l'indipendenza del Messico,figuriamoci!A citta del Messico e' gran festa.
Frida,insieme ad Alexandro,il suo fidanzatino,si sta trascorrendo questa giornata di festa nel caos della citta'.Saliti sull autobus velocemente per recarsi a casa,un tram si scontra con violenza.La vita di Frida cambia da questo momento.Frida e' una delle poche a rimanere seriamente ferita.Fratture multiple,Frida in quel frangente inaspettato perde addirittura la verginita'. Rimane immobile per molti mesi,per molti mesi senza vedere i genitori,senza vedere se stessa,nemmeno nello specchio.
Inizialmente si penso' che Frida fosse destinata alla morte e come tale fu messa insieme a coloro che non avrebbero ricevuto assitenza,ma fu il suo ragazzo a farla spostare di li.
Un mese di gesso paralizzarono Frida e dopo, affronto' la prima della trentina di operazioni che serviranno per farla guarire.
Immobile,paralizzata,al confine....come a sei anni quando ebbe la spina bifida e nessuno lo capi'.La stessa malattia di sua sorella,ma erano altri tempi,non vi erano cure,non vi erano molti medici.
Frida approfondi il rapporto col padre.Soffriva di crisi epilettiche,ma era un uomo buono,attento alle esigenze della figlia,perspicace del fatto che lei avesse una marcia in piu'.l padre la aveva capita..Matilda Calderon Kahlo no,la madre non ebbe un gran rapporto con Frida che in qualche modo si sentiva sempre condizionata da lei.Si sentiva giudicata,osservata,in qualche modo plagiata anche nelle sue scelte banali come un cambio di vestito.
Frida nella vita studio',la rivoluzione messicana fu per lei un grande slancio,ebbe relazioni umane e fisiche anche con donne.Inaspettatanente,in una societa' completamente impreparata,Frida era bisessuale e sufficentemente menefreghista per potersela vivere senza troppe congetture.Frida era una grande donna,ma diciamocelo,fu forse l'incidente,la disgrazia che la trasformo' in una grande pittrice.Frida costretta all'immobilita'dipingeva se stessa,le sue sensazioni,i suoi momenti.Sua madreper aiutarla fisso' uno specchio al baldacchino affinche lei potesse dipingere se stessa.E cosi fece Frida,prese il suo dolore e lo proietto' sui suoi quadri,sui suoi dipinti che si raccontano da soli.
Era una donna forte si,eppure temeva le operazioni,la paura di non sapere se ce la faceva se poteva andare oltre...la paura dell'incognito.Ci vollero anni per uscire completamente da quella tragica fase e qualche segno su suo corpo rimase.
Guarita da quel maledetto incidente,Frida chiede consiglio a Diego Rivera al quale chiede opionione riguardo i suoi dipinti.
Fine prima parte
giovedì 8 maggio 2014
Una sigaretta con Gianfranco Funari
Chissa' cosa avrebbe detto Funari in questi anni bui dell' Italia.Ci avrebbe di sicuro aiutati la sua voce e il suo modo di raccontarci le verita'.
Di sicuro avrebbe messo piu' di qualcuno al proprio posto.Anche tra i suoi " parenti".Di sicuro noi italiani avremmo avuto bisogno di Lui,di quella figura che non aveva peli sulla lingua,uno dei pochi a dire in televisione le cose come stavano senza girarci troppo intorno.Non a caso piu' volte bandito dallo stesso piccolo schermo con una scusa od un altra.Perche' si sa',quando uno dice quello che pensa automaticamente sta sulle balle a qualcuno.
Ricordo che lo conobbi tramite mio padre che lo seguiva metodicamente e fu cosi,che dopo aver sentito per molti giorni questa voce dentro casa,chiesi a mio padre.ma chi e' questo Signore?Perche' si arrabbia cosi?
In realta' non si arrabbiava,o forse qualche volta si arrabbiava anche,ma il suo personaggio prevedeva ormai che lui fosse cosi.Polemico,soprattutto agguerrito.Scappavan delle parolacce a Gianfranco,anzi,facevan parte del copione e mai pareva che lui le dicesse.
Gianfranco era variopinto nel suo modo di esprimersi e di denunciare le cose,ma malgrado questo le parolacce che qualche volta diceva fuggivano via,come se non le avesse mai dette.Mio padre diceva che era il suo modo di fare simpatico a farsi che le sue parolacce suonassero quasi come un intercalare e che era un pregio che ben pochi avevano.Aveva ragione.
Insomma in famiglia seguivamo Gianfranco Funari,mio fratello Leonardo poi arrivo' addirittura ad imitarlo.Ne imitava la voce, i gesti.Somigliandogli pure.
Era Nato nel 1932 a Roma,Gianfranco .La madre Laura era un insegnante,il padre Mario faceva il tipografo e negli ultimi anni ricevette come riconoscimento una medaglia al lavoro.Una brava famiglia,lavoratori.
Le difficolta' della vita,ma anche la voglia di diverse esperienze come accade a tutti portarono Gianfranco a fare svariati mestieri fin da giovane dove prima di approdare al Casino come croupier,lavoro' anche come rappresentante di acque minerali .
Prima di diventare croupier,Gianfranco fece anche un esperienza lavorativa importante presso la ditta Manetti e Roberts e fu proprio durante questo periodo che incontro' Annamaria Cecchetti,al tempo rappresentante della Lancaster,importante gruppo cosmetico.
Tra di loro nacque una passione travolgente e da questo amore nacque l'unica figlia di Gianfranco,Carlotta Funari.
Quando hai un talento,quando nel sangue c'e' il futuro che bolle..se e' destino...prima o poi
il tuo momento arriva e cosi,durante uno dei suoi spettacoli milanesi che lui teneva qua e la,qualcuno si accorse della sua capacita' di dialogare col pubblico,di interloquire e gli offri' qualche possibilita'.Il suo approdo in tv avvenne nel 1970,io ero ancora bambino quando Gianfranco affianco' Raffaele Pisu,Minnie Minoprio,il quartetto Cetra.
Erano gli anni del gran varieta' e delle trasmissioni radiofoniche domenicali di grande successo.
La televisione sara' la vita di Gianfranco,malgrado le delusioni,gli allontanamenti dovuti alla sua immagine spesso scomoda.Non dimentichiamoci che Gianfranco venne allontanato dalla rai dopo aver invitato arbitrariamente in tv Ugo La Malfa.Non dimentichiamo altresi' che dopo aver mandato ripetutamente lo spot di Di Pietro venne invitato a non mandarlo piu' in onda.Si dice che lui lo mando' ancora e questo gli costo' parecchio poiche' venne pian piano allontanato. “Vai avanti, Di Pietro!”.
In video si vedeva l’immagine di Antonio Di Pietro con lo slogan in sovrimpressione “Anche i cittadini sono la scorta dei giudici”.
Ma va bene,di biografie e' pieno il mondo,oggi con il web poi,figuriamoci...
Gianfranco il personaggio che piace o non piace,alle volte rischioso,alle volte scomodo per il suo coraggio di dire le cose in faccia.
Morira' nel 2008 a Milano.
Una cosa che mi ha fatto rimaner male e che pare sia diventata una tendenza e' questo parlare di fatti cosi personali nei salotti televisivi.Un tempo,gli affari di famiglia,
le scelte delicate,le pettole,le divisioni di beni,le eredita' si spartivano tramite notaio in separata sede.Oggi no.Si va in tv a spiattellare per quale motivo dopo anni non si e' ancora messa a posto una lapide.
Si va in televisione a parlare dei conti correnti dei defunti." C'aveva tutti quei soldi nel conto?No,ma figurati....erano molti meno."
Ma fermiamoci per favore e rendiamoci conto.Questa non e' cronaca.Non e' gossip.Non e' niente.E' una mancanza di rispetto verso chi non c'e' piu'.Dove e' finito il silenzio?La preghiera?Il raccoglimento?In piedi,facciamo un minuto di silenzio per Gianfranco.
Certo che sentire ore e ore di chiacchiere sulla tomba di Gianfranco Funari non puo' certo far piacere,il minimo sindacale che si puo' ricevere dal pubblico e' disprezzo.
Mi spiace sinceramente anche per l'unica figlia di Gianfranco che non penso sia felice di dover assistere saltuariamente a discorsi televisivi dove si parla di suo " Papa'" e di lei.Il rapporto tra un figlio e un genitore e' una cosa delicata,fragile,da proteggere.Insomma il rispetto penso vada esteso anche alle persone viventi,in primis alla figlia Carlotta,il rispetto e' dovuto.A prescindere dal denaro,da tutto il resto.Non deve essere piacevole sentir parlare di una tomba non ancora sistemata e dover spiegare al mondo intero perche' e come mai non e' stata fatta ancora.
Creandosi nondimeno una diatriba spiacevole tra l'ultima moglie di Gianfranco e sua figlia.
Giorni fa han mandato in onda dei suoi video che la moglie conservava.Si vedeva che era malato,non stava bene,era un immagine triste che avrei personalmente lasciato in un cassetto.A che cosa serve tutto questo?Ci si puo' chiedere se a sua figlia vedere queste cose possa far male o farle piacere?O tutto deve essere solo e sempre spettacolo?
Ho come l'impressione che la sua immagine venga usata per scopi personali,come una sorta di pubblicita'
La moglie si presenta col nuovo fidanzato in tv e sui sottotitoli ovviamente si scrive il cognome di lui perche' e' ancora sposata.Mi vien da chiedermi.Ma se lui non c'e' piu' e lei si e' rifatta una vita come mai e' rimasta cosi affezzionata a questo cognome?E un altra domanda lecita.Come mai al suo nuovo compagno non da fastidio tutto questo clamore intorno a questo cognome che fa ormai parte del suo trascorso?In genere una coppia chiude sempre col passato e con gli ex.O no?
E poi,concedetemi un ultima domanda : come mai questa volonta' di far sempre sfigurare la figlia di Gianfranco?A che pro?Per quale motivo?Ora diranno,ma perche' questo qui non pensa ai fatti suoi?
Capisco che ognuno debba pensare ai fatti propri,ma quando si va in una televisione e si spiattellano per ore i fatti propri,vien poi da se che le persone si facciano delle domande.Ne hanno il diritto.E io come quella Signora faccio l'opinionista.Cioe' dico la mia.Che qualche volta piace,qualche volta no.
Insomma,in tutta sincerita',spero di non assistere ancora a dibattiti di questo genere.Li trovo poco costruttivi e a essere onesto li trovo offensivi nei confronti di colui che era un uomo intelligente,saggio.
Chiediamoci davvero come avrebbe commentato lui tutto questo.
Innanzitutto lui,uomo delle giuste cause.
Proviamo per un istante a immaginare cosa direbbe Gianfranco nel sentir parlar di lui in questo modo,della sua tomba,della sua unica figlia.
Come descriveresti la vita Gianfranco? " una disastrosa avventura perche' ho sempre sofferto".Mi e' rimasta impresso una delle sue ultime frasi che ho sentito...triste,forte,prepotente.Come la vita molte volte.
Mi piacerebbe sapere come la figlia di Gianfranco risponderebbe se io le chiedessi:
- Che effetto ti fa parlare di queste cose in tv?
- Carlotta : Mi dispiace,non mi fa bene al cuore.Non e' come parlare di mio padre e ricordarlo.E' come scavare in argomenti delicati che fan parte della vita personale,non pubblica.A me piacerebbe poter parlare di mio padre,delle cose piu' belle che ci legavano,dei nostri ricordi,invece coloro che mi chiamavano per intervistarmi mi chiedevano sempre e solo della lapide,dei pettegolezzi.Mai nessuno mi ha davvero chiesto di noi.E' normale,per carita',capisco che un "personaggio pubblico" possa far parlare di se'.Ma non in televisione di certe cose,no,non si parla.La trovo una scelta di cattivo gusto nei suoi confronti a anche nei miei.
- Cosa direbbe secondo te tuo padre se dovesse commentare questi fatti ?
- Carlotta :Tu,come tanta gente lo conosci un po',lo hai sentito parlare.Quando lui credeva in qualcosa andava fino in fondo per capire di piu',ma era riservato sulle sue cose.
Non gli sarebbe piaciuto,ne sono certa,lo avrebbe fatto infuriare.
- Come scriveresti il finale di questa storia.L'ultima frase,nell'ultima pagina?
- Carlotta :Io non voglio piu' avere niente a che fare con questa storia.La mia vita non e' fatta di pettegolezzi,cose spiacevoli.
La mia vita e'anche il ricordo di mio padre che conservo dentro di me,
dei nostri momenti,della nostra complicita'.Quella nessuno la puo' e la deve commentare o giudicare.
Queste sono le cose importanti e questi ricordi mi accompagneranno sempre,quando piovera',quando ci sara' il sole,quando ci sara' la neve.
Perche'sono il mio trascorso,la mia vita, sono parte di me,sono me.
Di sicuro avrebbe messo piu' di qualcuno al proprio posto.Anche tra i suoi " parenti".Di sicuro noi italiani avremmo avuto bisogno di Lui,di quella figura che non aveva peli sulla lingua,uno dei pochi a dire in televisione le cose come stavano senza girarci troppo intorno.Non a caso piu' volte bandito dallo stesso piccolo schermo con una scusa od un altra.Perche' si sa',quando uno dice quello che pensa automaticamente sta sulle balle a qualcuno.
Ricordo che lo conobbi tramite mio padre che lo seguiva metodicamente e fu cosi,che dopo aver sentito per molti giorni questa voce dentro casa,chiesi a mio padre.ma chi e' questo Signore?Perche' si arrabbia cosi?
In realta' non si arrabbiava,o forse qualche volta si arrabbiava anche,ma il suo personaggio prevedeva ormai che lui fosse cosi.Polemico,soprattutto agguerrito.Scappavan delle parolacce a Gianfranco,anzi,facevan parte del copione e mai pareva che lui le dicesse.
Gianfranco era variopinto nel suo modo di esprimersi e di denunciare le cose,ma malgrado questo le parolacce che qualche volta diceva fuggivano via,come se non le avesse mai dette.Mio padre diceva che era il suo modo di fare simpatico a farsi che le sue parolacce suonassero quasi come un intercalare e che era un pregio che ben pochi avevano.Aveva ragione.
Insomma in famiglia seguivamo Gianfranco Funari,mio fratello Leonardo poi arrivo' addirittura ad imitarlo.Ne imitava la voce, i gesti.Somigliandogli pure.
Era Nato nel 1932 a Roma,Gianfranco .La madre Laura era un insegnante,il padre Mario faceva il tipografo e negli ultimi anni ricevette come riconoscimento una medaglia al lavoro.Una brava famiglia,lavoratori.
Le difficolta' della vita,ma anche la voglia di diverse esperienze come accade a tutti portarono Gianfranco a fare svariati mestieri fin da giovane dove prima di approdare al Casino come croupier,lavoro' anche come rappresentante di acque minerali .
Prima di diventare croupier,Gianfranco fece anche un esperienza lavorativa importante presso la ditta Manetti e Roberts e fu proprio durante questo periodo che incontro' Annamaria Cecchetti,al tempo rappresentante della Lancaster,importante gruppo cosmetico.
Tra di loro nacque una passione travolgente e da questo amore nacque l'unica figlia di Gianfranco,Carlotta Funari.
Quando hai un talento,quando nel sangue c'e' il futuro che bolle..se e' destino...prima o poi
il tuo momento arriva e cosi,durante uno dei suoi spettacoli milanesi che lui teneva qua e la,qualcuno si accorse della sua capacita' di dialogare col pubblico,di interloquire e gli offri' qualche possibilita'.Il suo approdo in tv avvenne nel 1970,io ero ancora bambino quando Gianfranco affianco' Raffaele Pisu,Minnie Minoprio,il quartetto Cetra.
Erano gli anni del gran varieta' e delle trasmissioni radiofoniche domenicali di grande successo.
La televisione sara' la vita di Gianfranco,malgrado le delusioni,gli allontanamenti dovuti alla sua immagine spesso scomoda.Non dimentichiamoci che Gianfranco venne allontanato dalla rai dopo aver invitato arbitrariamente in tv Ugo La Malfa.Non dimentichiamo altresi' che dopo aver mandato ripetutamente lo spot di Di Pietro venne invitato a non mandarlo piu' in onda.Si dice che lui lo mando' ancora e questo gli costo' parecchio poiche' venne pian piano allontanato. “Vai avanti, Di Pietro!”.
In video si vedeva l’immagine di Antonio Di Pietro con lo slogan in sovrimpressione “Anche i cittadini sono la scorta dei giudici”.
Ma va bene,di biografie e' pieno il mondo,oggi con il web poi,figuriamoci...
Gianfranco il personaggio che piace o non piace,alle volte rischioso,alle volte scomodo per il suo coraggio di dire le cose in faccia.
Morira' nel 2008 a Milano.
Una cosa che mi ha fatto rimaner male e che pare sia diventata una tendenza e' questo parlare di fatti cosi personali nei salotti televisivi.Un tempo,gli affari di famiglia,
le scelte delicate,le pettole,le divisioni di beni,le eredita' si spartivano tramite notaio in separata sede.Oggi no.Si va in tv a spiattellare per quale motivo dopo anni non si e' ancora messa a posto una lapide.
Si va in televisione a parlare dei conti correnti dei defunti." C'aveva tutti quei soldi nel conto?No,ma figurati....erano molti meno."
Ma fermiamoci per favore e rendiamoci conto.Questa non e' cronaca.Non e' gossip.Non e' niente.E' una mancanza di rispetto verso chi non c'e' piu'.Dove e' finito il silenzio?La preghiera?Il raccoglimento?In piedi,facciamo un minuto di silenzio per Gianfranco.
Certo che sentire ore e ore di chiacchiere sulla tomba di Gianfranco Funari non puo' certo far piacere,il minimo sindacale che si puo' ricevere dal pubblico e' disprezzo.
Mi spiace sinceramente anche per l'unica figlia di Gianfranco che non penso sia felice di dover assistere saltuariamente a discorsi televisivi dove si parla di suo " Papa'" e di lei.Il rapporto tra un figlio e un genitore e' una cosa delicata,fragile,da proteggere.Insomma il rispetto penso vada esteso anche alle persone viventi,in primis alla figlia Carlotta,il rispetto e' dovuto.A prescindere dal denaro,da tutto il resto.Non deve essere piacevole sentir parlare di una tomba non ancora sistemata e dover spiegare al mondo intero perche' e come mai non e' stata fatta ancora.
Creandosi nondimeno una diatriba spiacevole tra l'ultima moglie di Gianfranco e sua figlia.
Giorni fa han mandato in onda dei suoi video che la moglie conservava.Si vedeva che era malato,non stava bene,era un immagine triste che avrei personalmente lasciato in un cassetto.A che cosa serve tutto questo?Ci si puo' chiedere se a sua figlia vedere queste cose possa far male o farle piacere?O tutto deve essere solo e sempre spettacolo?
Ho come l'impressione che la sua immagine venga usata per scopi personali,come una sorta di pubblicita'
La moglie si presenta col nuovo fidanzato in tv e sui sottotitoli ovviamente si scrive il cognome di lui perche' e' ancora sposata.Mi vien da chiedermi.Ma se lui non c'e' piu' e lei si e' rifatta una vita come mai e' rimasta cosi affezzionata a questo cognome?E un altra domanda lecita.Come mai al suo nuovo compagno non da fastidio tutto questo clamore intorno a questo cognome che fa ormai parte del suo trascorso?In genere una coppia chiude sempre col passato e con gli ex.O no?
E poi,concedetemi un ultima domanda : come mai questa volonta' di far sempre sfigurare la figlia di Gianfranco?A che pro?Per quale motivo?Ora diranno,ma perche' questo qui non pensa ai fatti suoi?
Capisco che ognuno debba pensare ai fatti propri,ma quando si va in una televisione e si spiattellano per ore i fatti propri,vien poi da se che le persone si facciano delle domande.Ne hanno il diritto.E io come quella Signora faccio l'opinionista.Cioe' dico la mia.Che qualche volta piace,qualche volta no.
Insomma,in tutta sincerita',spero di non assistere ancora a dibattiti di questo genere.Li trovo poco costruttivi e a essere onesto li trovo offensivi nei confronti di colui che era un uomo intelligente,saggio.
Chiediamoci davvero come avrebbe commentato lui tutto questo.
Innanzitutto lui,uomo delle giuste cause.
Proviamo per un istante a immaginare cosa direbbe Gianfranco nel sentir parlar di lui in questo modo,della sua tomba,della sua unica figlia.
Come descriveresti la vita Gianfranco? " una disastrosa avventura perche' ho sempre sofferto".Mi e' rimasta impresso una delle sue ultime frasi che ho sentito...triste,forte,prepotente.Come la vita molte volte.
Mi piacerebbe sapere come la figlia di Gianfranco risponderebbe se io le chiedessi:
- Che effetto ti fa parlare di queste cose in tv?
- Carlotta : Mi dispiace,non mi fa bene al cuore.Non e' come parlare di mio padre e ricordarlo.E' come scavare in argomenti delicati che fan parte della vita personale,non pubblica.A me piacerebbe poter parlare di mio padre,delle cose piu' belle che ci legavano,dei nostri ricordi,invece coloro che mi chiamavano per intervistarmi mi chiedevano sempre e solo della lapide,dei pettegolezzi.Mai nessuno mi ha davvero chiesto di noi.E' normale,per carita',capisco che un "personaggio pubblico" possa far parlare di se'.Ma non in televisione di certe cose,no,non si parla.La trovo una scelta di cattivo gusto nei suoi confronti a anche nei miei.
- Cosa direbbe secondo te tuo padre se dovesse commentare questi fatti ?
- Carlotta :Tu,come tanta gente lo conosci un po',lo hai sentito parlare.Quando lui credeva in qualcosa andava fino in fondo per capire di piu',ma era riservato sulle sue cose.
Non gli sarebbe piaciuto,ne sono certa,lo avrebbe fatto infuriare.
- Come scriveresti il finale di questa storia.L'ultima frase,nell'ultima pagina?
- Carlotta :Io non voglio piu' avere niente a che fare con questa storia.La mia vita non e' fatta di pettegolezzi,cose spiacevoli.
La mia vita e'anche il ricordo di mio padre che conservo dentro di me,
dei nostri momenti,della nostra complicita'.Quella nessuno la puo' e la deve commentare o giudicare.
Queste sono le cose importanti e questi ricordi mi accompagneranno sempre,quando piovera',quando ci sara' il sole,quando ci sara' la neve.
Perche'sono il mio trascorso,la mia vita, sono parte di me,sono me.
mercoledì 7 maggio 2014
La miglior cucina del mondo
Fatele,perche' sono impareggiabili. C'e' poco da fare....nessuno al mondo cucina come noi Italiani .
martedì 6 maggio 2014
MariaCristina Campanella
Non avrei potuto affiancarmi negli spettacoli teatrali una persona che non fosse una "macchietta".
Questo perche' siamo in due sul palco e le espressioni sono fondamentali,come fondamentale e' che tra le due persone vi sia una sorta di complicita'.
MariaCristina Campanella tanto complice mia non e',nel senso che spesse volte mentre io parlo con lei,lei pensa ai fatti suoi...ma superato questo piccolo ostacolo: lei per farmi da spalla era perfetta !
Ebbi la fortuna di conoscere MariaCristina anni or sono,in montagna.Frequentavamo le stesse zone dell'Alpago,quel meraviglioso posto situato nelle Prealpi,prima di Belluno e dopo il Lago di Santa Croce.
Quando la vedevo seduta al Bar,mi faceva sorridere,perche' aveva delle espressioni simpatiche anche quando mescolava il caffe'.
Cosi un giorno la vidi transitare per San Giovanni e Paolo e decisi di chiederle se fosse interessata a fare qualche apparizione su un palcoscenico.
Lei senza esitare accetto'.
Da quel momento MariaCristina Campanella divenne la mia spalla in ogni spettacolo.Il mio supporto psicologico,la mia disperazione. :-)
MariaCristina ai miei spettacoli c'e' sempre.Se non e' sul palco e' dietro,li seduta che ascolta.Importante che sia presente.Come un talismano.
MariaCristina Campanella,nasce a Venezia nel 1944, sotto il segno dei pesci.( Cio',ma tuti sti ani ti ga' ? )
Dedica e condivide la sua vita con la famiglia alla quale risultera' molto legata.
Svolge le scuole elementari all'Istituo San Giuseppe,in Campo della Guerra a Venezia.
Le scuole medie alla scuola Antonio Vivaldi ( oggi Barbarigo ) in Barbaria delle tole a Venezia.
Diplomata come maestra aziendale presso l'Istituto Maria Immacolata a San Trovaso,Fondamenta delle romite.
Appassionata di Teatro e opera Lirica,innamorata come Cesare della sua Venezia,la vive e vi risiede con orgoglio da sempre.
Questo perche' siamo in due sul palco e le espressioni sono fondamentali,come fondamentale e' che tra le due persone vi sia una sorta di complicita'.
MariaCristina Campanella tanto complice mia non e',nel senso che spesse volte mentre io parlo con lei,lei pensa ai fatti suoi...ma superato questo piccolo ostacolo: lei per farmi da spalla era perfetta !
Ebbi la fortuna di conoscere MariaCristina anni or sono,in montagna.Frequentavamo le stesse zone dell'Alpago,quel meraviglioso posto situato nelle Prealpi,prima di Belluno e dopo il Lago di Santa Croce.
Quando la vedevo seduta al Bar,mi faceva sorridere,perche' aveva delle espressioni simpatiche anche quando mescolava il caffe'.
Cosi un giorno la vidi transitare per San Giovanni e Paolo e decisi di chiederle se fosse interessata a fare qualche apparizione su un palcoscenico.
Lei senza esitare accetto'.
Da quel momento MariaCristina Campanella divenne la mia spalla in ogni spettacolo.Il mio supporto psicologico,la mia disperazione. :-)
MariaCristina ai miei spettacoli c'e' sempre.Se non e' sul palco e' dietro,li seduta che ascolta.Importante che sia presente.Come un talismano.
MariaCristina Campanella,nasce a Venezia nel 1944, sotto il segno dei pesci.( Cio',ma tuti sti ani ti ga' ? )
Dedica e condivide la sua vita con la famiglia alla quale risultera' molto legata.
Svolge le scuole elementari all'Istituo San Giuseppe,in Campo della Guerra a Venezia.
Le scuole medie alla scuola Antonio Vivaldi ( oggi Barbarigo ) in Barbaria delle tole a Venezia.
Diplomata come maestra aziendale presso l'Istituto Maria Immacolata a San Trovaso,Fondamenta delle romite.
Appassionata di Teatro e opera Lirica,innamorata come Cesare della sua Venezia,la vive e vi risiede con orgoglio da sempre.
lunedì 5 maggio 2014
" Danza con mia Madre "
Abbracciami forte.Tu che puoi.
In punta di piedi,su quelle tue piccole scarpette.
Ti stringero' forte,ti faro' danzare con me.
Nel buio di questo silenzio,dinanzi a questa rosa appassita.
Avvolgi la mia vita del tuo profumo di pulito che non voglio dimenticare.
Rincorro a piedi scalzi quando correvamo sotto la neve,ma non mi senti,nemmeno io mi sento.
Eravamo impegnati a divertirci.
Sorrido a quando ridevamo a crepapelle,ma tu non mi senti e nemmeno io mi sento.
Eravamo troppo impegnati a ridere.
Litigo con me guardando quando litigavamo,ma tu non mi senti.Nemmeno io mi sento.
Eravamo troppo impegnati a litigare.
Pensieri d'Amore oggi rincorrono i nostri momenti,
li confondono,li nascondono.Eppure i luoghi ci sono.Tutti.
Manchiamo noi.Manchi tu.Mamma.La parola piu' facile della vita.La parola piu' bella.
Io li penso,intensamente per sfiorarli ancora.
Per ballarli in questa danza che non ha fine.
Ti sento danzare insieme a me questa vita.
Tu.
Agile e leggera.Il mio corpo grosso e goffo.
Ti sento nella musica,ti vedo nella luce, nel buio.
Qualche volta mi stanco di danzare...
e allora mi siedo.E piango.
Cesare Colonnese
In punta di piedi,su quelle tue piccole scarpette.
Ti stringero' forte,ti faro' danzare con me.
Nel buio di questo silenzio,dinanzi a questa rosa appassita.
Avvolgi la mia vita del tuo profumo di pulito che non voglio dimenticare.
Rincorro a piedi scalzi quando correvamo sotto la neve,ma non mi senti,nemmeno io mi sento.
Eravamo impegnati a divertirci.
Sorrido a quando ridevamo a crepapelle,ma tu non mi senti e nemmeno io mi sento.
Eravamo troppo impegnati a ridere.
Litigo con me guardando quando litigavamo,ma tu non mi senti.Nemmeno io mi sento.
Eravamo troppo impegnati a litigare.
Pensieri d'Amore oggi rincorrono i nostri momenti,
li confondono,li nascondono.Eppure i luoghi ci sono.Tutti.
Manchiamo noi.Manchi tu.Mamma.La parola piu' facile della vita.La parola piu' bella.
Io li penso,intensamente per sfiorarli ancora.
Per ballarli in questa danza che non ha fine.
Ti sento danzare insieme a me questa vita.
Tu.
Agile e leggera.Il mio corpo grosso e goffo.
Ti sento nella musica,ti vedo nella luce, nel buio.
Qualche volta mi stanco di danzare...
e allora mi siedo.E piango.
Cesare Colonnese
domenica 4 maggio 2014
venerdì 2 maggio 2014
ATCV.Solo a Venezia
Son salito su un motoscafo 5.2.Pioveva a dirotto e la gente saliva,spingendo a piu' non posso.Eravamo davanti,in quello spazio angusto schiacciati come le acciughe buttati uno addosso all'altro.I finestrini erano chiusi e bloccati,non passava aria.Non c'era lo spazio vitale.Lo spazio vitale,quello spazio indispensabile per potersi muovere,per non stare male. 30 minuti.30 lunghi minuti coi vetri appannati senza poter vedere fuori,senza capire dove ci si trovava.Con un gruppo di tedeschi seduti che gridavano come i matti e tre o quattro veneziani in piedi.Sotto il diluvio.Per un momento ho pensato : se questo va a sbattere muoriamo tutti.L'acqua non e' come la strada.l'acqua muove il mezzo,lo dimena,lo fa dondolare.Immaginate il dondolio di una barca piena di persone,zeppa.Come quelle che arrivano a Lampedusa colme di persone che scappano per trovare fortuna.Ma noi non stiamo scappando,stiamo prendendo un mezzo per rientrare a casa,per andare al lavoro,per vivere.E lo paghiamo.Tanto o poco,lo paghiamo.Non capisco come si possa far viaggiare la gente cosi,non capisco perche' non esistano delle regole precise da far rispettare anche all ACTV.UNO SCHIFO.
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Occhi diversi.
Mi ero promesso da molto tempo di tornare alle impostazioni di questo mio blog. Mi aveva dato tante emozioni in passato, osservare le reazi...
-
Risposta a un articolo della signorina Tanya Gold apparso su The Guardian, Tuesday 8 September 2009 http:...