sabato 24 maggio 2014

Il Mercato

Abbiam mollato la presa.Girovagavo per il mercato di Marghera,vicino Venezia.Erano anni che non transitavo per quel posto.Ci passavo sempre da bimbo,la domenica,scalciando i sassolini con i sandali con quei due buchi che sembravano due occhi di alieno.Quando alle 11 arrivavamo con l'autobus numero sei che ci lasciava scendere in piazza municipio e dove di li a poco rivedevo i miei nonni.Sono tornato oggi dopo molti anni e ho ripercorso quelle strade.
Logicamente era tutto diverso.La struttura uguale,ma allo stesso tempo tutto diverso.Diverso io di sicuro che in questi anni ho cambiato l'angolazione da cui sbirciare le cose.
E questo mercato,grande,immenso...una bancarella dietro l'altra degli stessi articoli.Chi lo vende a 9 chi lo vende a 7.E un rovistare folle di persone assatanate di acquisti a basso prezzo,come se quasi facessero con quell'acquisto l'affare della loro vita.Io indististurbato e quieto camminavo e osservavo,tenendomi lontano dai banchi dove si toglievano le cose di mano.Un tempo avrei rovistato anche io in mezzo a tutte quelle cianfrusaglie...poi col tempo ho cambiato modo di pensare.E' la stessa cosa che mi capita al supermercato quando mi danno i punti delle raccolte e io dico puntualmente non la faccio,donando i miei punti alla signora che viene dopo di me.Una marea di oggetti.Questa mania compulsiva di accumulare che abbiamo un po' tutti,chi piu' chi meno.Quando mancarono i miei mi accorsi di avere tanti di quei bicchieri,di quelle coperte,di quelle lenzuola,di quelle posate....che avrei dovuto avere due vite per poterli adoperare.E poi pensavo a mia Madre che poverina,faceva attenzione a tutto e stipava i bicchieri di Murano piu' belli per la paura di romperli,teneva da parte la biancheria nuova perche' se qualcuno fosse finito in ospedale di improvviso...Oggi quei bicchieri sono li,otto.Sempre otto.Li uso io,alternandone i colori.Un giorno bevo dal verde,un giorno dal rosso.Oggetti.Non diverso e'  per i vestiti.Un tempo mi inghingavo e mi tiravo come una corda di violino dopo essermi lavato...oggi mi lavo e uso tanto sapone e deodorante,tanto detersivo per lavare in lavatrice,ma la mia passione per l'agghingamento e' finita.Insomma si cambia.Oggi passeggiando per il mercato,mi pareva di vedere solo cose inutili che non servivano.Oggetto,oggetti,oggetti.E mi ricordavo i banchetti di quando passeggiavo per mano di mia nonna e lei non mi mollava mai.Mi dia cento lire di sarde diceva al pescivendolo.Cento lire di sarde perche' malgrado non le mancasse niente voleva risparmiare per i suoi figli.Stessa strada.Tutto diverso.I banchi gestiti da italiani sono pochissimi.Sono tutti gestiti da persone extracomunitarie venute probabilmente apposta per crearsi un lavoro.Noi,bravi e vecchi commercianti abbiamo smesso di fare affari,abbiam lasciato tutto in mano agli altri,abbiam gettato la spugna.Insomma abbiam lasciato che piantassero tutti la bandiera e poi ce ne siam lamentati.
Chissa' come sarebbe stato bello se quei banchi li avessero avuti i nipoti di coloro che li gestivano,i veneziani che son venuti dopo,noi.Siamo stati noi a cedere tutto,per necessita' qualche volta,per avidita' qualche altra volta.Arriva la crisi,meglio che mi disfi della mia licenza.E chi ha avuto la velocita' di acquistare oggi si trova li a cercar di superare la crisi e probabilmente un giorno,avra' un lavoro sicuro e remunerativo.La crisi finira',ma i banchi rimarranno di chi se li e' acquistati.Nessuno se lo vorrete indietro ve lo rivendera'.

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