mercoledì 28 maggio 2014

La zia D'America

L'esser stato adottato da piccolo da questa citta' e l'averla sempre sentita mia in modo prepotente senza esitazioni ha fatto di me un veneziano completo.
Non vi e' nulla di strano in tutto questo,molti bambini si trasferiscono per scelta dei genitori e diventano cosi figli di quella terra,acquisendone dialetto e abitudini.
Quindi,quando sin da bambino mi chiedono se sono veneziano la mia risposta e' automatica e veloce:si,sono veneziano.
E tutti,anche le pietre per strada han sempre saputo che io son cresciuto a Cannaregio,in una piccola strada chiamata calle della Madonna 5435/I.
L'indirizzo lo davo a tutti,bastava chiedermi se abitavo a Venezia e la risposta era immediata, con indirizzo completo e numero di telefono.Un biglietto da visita vivente.In realta' mi aveva insegnato mia Madre per paura che mi perdessi mi fece imparare a memoria l'indirizzo di casa.Non si sa mai.
Son trascorsi gli anni.Dall'Italia qualcuno dei miei parenti se ne era andato giovane in cerca di fortuna.Mia zia Rocchina ad esempio,una delle zie a cui son piu' legato.Si in effetti,Rocchina non e' un nome del tutto veneziano,ma sorvoliamo su questo dettaglio.Se trovo' fortuna o no in America non ve lo sto qui a dire,di certo manco l'America e' piu' l'America di una volta.Quando si immaginava la statua della liberta'  la si immaginava enorme,grandiosa,una delle cose piu' grandi del mondo.New york,i grattacieli,senza fine.Si,i grattacieli,imponenti,maestosi.Cose dell'America,cose che in Italia non ci sono,in Italia al massimo si trovano i grattacapi.
E cosi lei si stabili' li a Paterson,nel New Jersey.Imparo' la lingua e divenne americana.Quando veniva in Italia a trovarci era sempre elegante,vestita con abiti di tessuti sintetici e luccicanti,tessuti che noi in Italia spesso non conoscevamo ancora.Ma l'America non e' proprio dietro l'angolo e non sempre era facile tornare.Il viaggio costava.
Qualche anno fa decise di venirci a trovare per un periodo.Anche lei aveva nostalgia di Venezia,le mancavano i colori delle calli,i vasi di geranei sui balconi,insomma la Venezia che conosciamo noi,quella da cui non ci riusciamo a staccare nemmeno per pochi giorni...figuriamoci..
Cosi destino' la data di arrivo al 15 Giugno ed io andai puntualmente a prenderla in aeroporto.Presi l'alilaguna per arrivare li,un motoscafo pubblico che ti porta in aeroporto in circa quaranta minuti.Arrivai anche in anticipo di quasi un ora,ma considerando che conosco tutta Venezia,cominciai a chicchierare con qualche taxista e qualche conoscente che incontrai li'.Cosa fai in aeroporto mi chiese qualcuno?Aspetto mia zia risposi io.Da dove viene?Dall'America.Caspita,hai una zia americana?Eh si...americanissima.
Cavolo che bello deve essere.Piacerebbe anche a me essere americano,rispose uno che era li.Ma e' proprio Americana?Si si del New jersey,ribattei.
Ci bevemmo un paio di spritz,il tempo pareva non passare mai.Finalmente arrivo' il momento dell'atteraggio e la zia d'America,probabilmente'.Landed.Si lesse sul televisore degli arrivi.Ed io felice mi avvicinai alla ringhiera degli arrivi.Carrelli,bambini,gente stanca in ciabatte che sembrava appena alzata dal letto.Uscirono tutti,tranne la zia d'America.Tutti si dileguarono,rimasi solo io.La zia d'America non arrivo'.Chiamai mia Madre a casa e chiesi a lei se vi fossero novita'.Niente.Nel giro di trenta minuti decisi di andare dai carabinieri.Li conoscevo,con alcuni eravamo amici.Ah,ma hai una zia americana?Eh si,risposi io,vive a Paterson nel New jersey.Ah ma allora non sei completamente veneziano,sei anche mezzo americano  disse uno di loro.Eh si risposi io.
Dopo dieci minuti scoprirono che la zia d'America aveva perso l'aereo e si trovava a Madrid.Avrebbe dovuto prendere quello dopo.Mancavano quattro ore.Ora.Io sarei  potuto tornare a casa,ma avrei avuto due ore solo di tragitto.Quindi sarei arrivato a casa e sarei dovuto ripartire dopo aver speso cinquanta euro per niente.Cosi decisi di rimanere in aeroporto e aspettare li.Ma le persone che conoscevo si moltiplicarono e anche i discorsi furon sempre quelli.Ma hai una zia in America?Americana doc?Eh si,totalmente americana.Intanto per passarci il tempo ci bevemmo qualche spritz e col passaredei minuti il loro effetto si vide e soprattutto di senti' nei discorsi.
Dopo tre ore  ero ancora seduto su una panchina dell aeroporto col tasso alcoolico talmente alto che mi avrebbero ritirato la patente se mai la avessi avuta.Ero in collasso.Non ce la facevo piu'.
Ehi Cesare cosa fai qui?Aspetto mia zia d'America.Davvero?Ma ti ga' na zia in America?
Landed.Finalmente,mentre io esausto stavo per svenire, il volo della zia D'America atterro'.Mi appoggiai con tutto il mio peso  sulla ringhiera,si aprirono le porte ed uscirono tutti,uno a uno,con carrelli,valigie,senza carrelli.Pareva non essere nemmeno su questo volo lei,mentre i miei conoscenti vicino a me continuavano a chiedermi : ma dov'e'?Non e' arrivata nemmeno con questo?Dove e' sta zia d'America mi chiese un taxista?
A quel punto si apri' la porta scorrevole degli arrivi ed usci LEI.La zia d'America  gridando a squarciagola : Cesare,Cesare,Cesare,aiutoooooo curri,s'hanno fottuto e valligggie !!!


2 commenti:

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