lunedì 30 giugno 2014

Quella voce dentro di noi.

C'e' una voce dentro di noi,una voce che parla,ci racconta,ci suggerisce.Una voce che registra tutto cio' che accade,tutti i movimenti,le azioni,i gesti,le parole di chi ci circonda.E' sempre presente,ci suggerisce,ci consiglia,ma noi,molto spesso ci comportiamo come i bambini,ignorandola e facendo l'esatto opposto di cio' che lei ci suggerisce.
Poi soffriamo,perche'siam stati traditi,perche' la persona che amavamo ci ha delusi,perche' le cose non sono andate come ci aspettavamo.Dovremmo recitare un Mea culpa qualche volta per aver ignorato i consigli di quella voce che ci appartiene da quando siam nati e ci accompagnera' fin quando moriremo.
Ed ogni qual volta non la stiamo a sentire,ogni qual volta ne ignoriamo i suggerimenti,eccoci li,feriti e delusi.
Forse quel che ci conviene fare e' ascoltarla di piu'.Una voce che non parla mai per niente,ma che quando giudica lo fa in base agli elementi che ha.Cosa che l'uomo non riesce a fare spesso,perche' ad esempio in amore non e' mai razionale.Si lascia guidare dal cuore.E poi rimane deluso.
Ascoltiamola.Ci parla.Non aspettiamo che lei ci dica : te lo avevo detto.

sabato 28 giugno 2014

Se c'e' una cosa che non ho mai sopportato sono gli zerbini d'amore che sono la reincarnazione delle gatte morte.Cesare Colonnese

giovedì 26 giugno 2014

Chiuso per ferie

Si,lo diceva sempre una mia zia.A un certo punto della festa durante l'anno si deve dire che si va in vacanza.Cosi le mie colleghe schiatteranno di invidia,diceva. In barba ai cafoni,ai megalomani,a quelli  che sul social network postano le foto di vent'anni fa facendo finta di essere li.In barba a quelli che pare cambino cento citta' nelle foto,ma la maglietta che indossano rimane sempre la stessa. Allora chiudiamo per ferie,facciamo vedere che anche noi viaggiamo.Il sito rimane chiuso per ferie per qualche giorno.Giusto il tempo di sistemare l'ufficio.Quindi niente vacanza,manco a Formentera.A tutti coloro che vi chiederanno di me dite pure che Cesare e' a Gran Canaria per un po' di giorni.Per il resto mi trovate a casa,come sempre oppure potete raggiungermi via email.Lo sapete che per Voi io ci son sempre.Ahahahahahaha .Vi lovvo.

mercoledì 18 giugno 2014

Una candela

Ricevo alcune email di persone che parlano dei casi di cronaca di cui tutti siamo a conoscenza.
L'arresto del presunto killer di Yara Gambirasio e la sua pagina facebook cosi tranquilla,tipica di un uomo semplice che condivide foto,pensieri.Non posso giudicare,non chiedetemi di giuicare,io non sono nessuno per farlo.Nemmeno voi.E riempire le bacheche di queste persone con scritte di condanna e' inutile.Chi condanna e' il tribunle,non noi.Io mi dispiaccio.Mi dispiaccio soprattutto per Yara,per la sua famiglia.Per i suoi fratelli e sorelle,per i suoi genitori,per i quali la vita non e' mai e mai sara' quella di prima.Allo stesso modo per quel tipo che ha sterminato la famiglia e i suoi figli e poi e' andato a vedere la partita.Cosa volete che pensi?Non penso.Penso che ci sian molte malattie al mondo,tra cui quelle mentali.E sposare un malato mentale senza saperlo e' una tragedia.Vi prego pero' non chiedetemi opinioni in merito a queste storie.Io preferisco parlarne poco e magari accendere una candela.In silenzio.

sabato 14 giugno 2014

Dieci decimi.

Dieci decimi.C'e' quella vista perfetta quando hai vent'anni che a te sembra un dono che ti apparterra' per tutta la vita.Perche' quando si e' giovani e si e' in crescita ci si sente,giustamente,insormontabili e forti e nulla sembra poter scalfire questo periodo dell'esistenza.Mi sembra di esserci ancora dentro alla gioventu,come fosse un recipiente,un vasetto in cui mi han rinchiuso e dove han conservato la mia  mente.Ahime',come volano gli anni pero'.E se anche la mente rimane vent'enne,il corpo qualche volta si ribella.Se sfoglio i vecchi album di foto che avro' visto si e no due o tre volte nella vita per non lasciarmi rattristare,mi accorgo di come gli anni si sian ricorsi l'uno dopo l'altro e di quanti alberi di Natale fatti e disfatti senza rendermi conto che segnavano l'arrivo di un nuovo anno.E cosi giorni fa trovandomi improvvisamente a dover leggere un codice su una scatola,non riuscivo a vederlo.Situazione imbarazzante se ti capita davanti alla gente.perche' in quel caso non resta che cominciare un movimento di avvicinamento e allontanamento piu' o meno disinvolto,con la speranza di trovare la profondita' giusta per poter leggere il codice misterioso.Ma non e' cosi in quei momenti,non e' mai cosi quando vuoi passare inosservato.Dopo aver allontanato e avvicinato lo scritto senza risultato,mi giro e chiedo a qualcun altro di leggermi il codice.Poi penso,cavolo,eppure sono giovane...Ancora giovane pare una voce mi suggerisca.Pero' gli anni son trascorsi anche per te che anche se vorresti fare il fringuello dovresti,probabilmente metterti un paio di occhiali per leggere comodamente.Ma l'occhiale ci ricorda i nostri nonni,ci mette di fronte al processo naturale dell'invecchiamento che difficilmente accettiamo a spada tratta.Come le rughe.Quante le persone che non si accettano e alla fine sembrano essere un pollo allo spiedo infilzato e tirato.Il viso teso senza una ruga e le mani macchiate e deformate dai suoi 80 anni.Buffo,ma concepibile il non accettare l'invecchiamento del proprio corpo.Se se ne parla,tutti dicono di vivere il proprio trascorrere degli anni serenamente,quando pero' gli chiedi l'eta' cercano di alleggerirsi qualche annetto o di essere vaghi.Il fatto che a una donna non si debba mai chiedere l'eta ad esempio mi e' sempre sembrata una grande cretinata.Una donna come un uomo puo' essere attraente a 30,40,60 anni.Inutile volersene nascondere una decina.Davvero non ne vedo lo scopo.Ma torniamo alla vista.
Insomma i nostri occhi invecchiano,forse perche' si stancano per primi per aver visto tante cose che non avrebbero voluto vedere,forse perche' anche noi pretendiamo troppo dal passare degli anni e non capiamo che e' del tutto normale.Fatto sta che alla fine ci si deve arrendere.Si deve aprire il cassettino,estrarre gli occhiali,pulirli con il suo straccetto come fosse un rituale quotidiano e poi infilarli e dimenticarsene.Forse solo cosi si riuscira' a dimenticare che il corpo cambia col trascorrer del tempo e che i primi segni di invecchiamento son giunti anche se la gioventu' pare esser scivolata di mano senza nemmeno ce ne accorgessimo.

martedì 10 giugno 2014

Non abbandonare Fido

Provincia di Firenze, Borgo San Lorenzo.E' questo il Teatro di questo racconto d'Amore.Una storia vera,la storia di un cane di nome Fido.
Carlo Soriani e' un uomo di Luco del Mugello,un bellissimo posto di campagna non lontano da Borgo.Eran gli anni della seconda guerra mondiale,e Carlo passeggiando,fece un incontro importante per la sua vita.Lo trovo' in un fossato Fido,era piccolo ed era ferito.Cosi Carlo decise di portarlo a casa con se e di aiutarlo a guarire.Furono gli attimi in cui probabilmente nacque questo Amore importante tra i due.Fido guari' presto e divenne cosi' la compagnia di Carlo,la sua ombra.Quando Carlo si recava al lavoro,Fido lo aspettava tutto il giorno nel giardino di casa e la sera all'imbrunire,come se guardasse l'orologio,Fido si recava ad attenderlo alla fermata del bus.
Purtroppo quando arrivo il giorno meno fortunato per Carlo,vi fu un bombardamento che mise fine alla sua vita.Questo capito' finche' Carlo lavorava,come ogni giorno.Mori cosi.
Fido all'ora dell'arrivo del bus si allontano' come ogni giorno e si reco' invano ad aspettare Carlo alla fermata.Carlo non torno',ma Fido ritorno' alla stessa ora,il giorno dopo,e poi l'indomani e poi l'indomani ancora.Per 14 anni.Fido per 14 anni attese invano il ritorno di Carlo alla fermata del bus.
Nel 1957 il Sindaco decise di premiare Fido con una medaglia d'oro in segno di riconoscimento per tutto l'Amore dimostrato verso Carlo in tutti questi anni.
Ma come tutti,anche Fido se ne ando',il 9 Giugno 1958.La moglie decise di sepellire Fido a fianco del suo Amico Carlo nel cimitero di Luco del Mugello.
Ma ancora una volta il Sindaco decise di premiare questo Amore e diede incarico allo scultore Salvatore Cipolla di creare una statua in bronzo con la sagoma di Fido.Questa importante statua oggi si trova in Piazza Dante,a Borgo San Lorenzo.

Spero che questa storia faccia riflettere chi ha pensato anche per un attimo di abbandonare il suo Amico per strada.

lunedì 9 giugno 2014

Venezia non e' cosi.

Era tutto prevedibile.Parlo di Venezia,della propaganda che vien fatta alla citta',della sporcizia che pare trasudare da ogni articolo di giornale,come se,Venezia fosse cosi,una citta' di poco onesti e di gente avida di denaro.
Ma non e' cosi.Gondolieri,taxisti,pescatori,spazzini,venditori di vetro,ristoratori e tutte le altre categorie.Tutti vanno rispettati,nessuno va accomunato alla figura di un disonesto.In piazza Venezia in un bar di Roma,un gelato da passeggio me lo han fatto pagare 18 euro.E' successo il finimondo.I poco onesti ci sono dappertutto,non certo solo a Venezia.Ma spesso quando parlan di Venezia mostrano questo.A Venezia Sono,siamo tutti grandi lavoratori.Vivere in una citta' turistica non e' sempre facile,perche' si e' sempre a contatto con milioni di persone,persone che vanno e vengono,qualche volta educate,qualche volta no.Chi getta immondizie per terra,chi sputa,chi getta le cose in canale.Non e' sempre facile conviverci,non e' sempre facile essere gentili,non e' sempre facile transitare nella propria citta'.Vi sono un sacco di disagi,anche nei trasposti e qualche volta non e' facile.Ma in tv ultimamente han mostrato sempre piu' spesso il gondoliere che faceva il furbo e chiedeva piu' soldi del dovuto,il dipendente actv che sbagliava facilmente i resti,i venditori di vetro che spacciavano vetro cinese per vetro di Murano,i ristoratori che facevan scontrini da capogiri e via di seguito.Mai han mostrato qualche tursita porco che gettava le immondizie per terra in Piazza San Marco,mai hanno intervistato uno di questi maleducati.Sarebbe un buon servizio televisivo,mostrare l'altro lato della medaglia.Ma questa non e' Venezia,questa perlomeno non e' la sola Venezia che c'e'.C'e' una Venezia onesta,pulita e lavoratrice,che non e' certo composta da chi ne ha sporcato la sua figura ultimamente.Tutta gente pulita,dentro e fuori che lavora e si alza presto la mattina per portar la pagnotta a casa ai loro figli.
Sembra che Venezia sia diventata la Napoli di un tempo,dove le automobili andavano contromano senza che nessuno dicesse nulla.La mia citta' si riscattera',noi tutti ci riscatteremo,da questa immagine offuscata e poco onesta che e' stata spesso sbattuta nelle prime pagine.Rimane di fatto che Venezia e' stata invasa da persone che hanno aperto negozi di souvenir scadenti e a poco prezzo,rovinando quel prezioso mercato che dava da vivere a tanta gente che invece vendeva bellissimi souvenir di qualita'.Oggi i souvenir fanno schifo,non comprerei mai una porcheria simile per attaccarla a una parete di casa.Ma e' stato concesso tutto in questa citta',anche che il vetro fosse copiato male e venduto a due lire e che i negozi di questo vetro da due lire fossero aperti ad ogni angolo della citta',togliendo lavoro e dignita' a un sacco di gente.Concesso che i lavori a tombolo,preziosi abbellimenti di un tempo, venissero riprodotti da cinesi e  venduti a 5 euro al pezzo.Porci coloro che gettano le cose nei canali e le spazzature per strada come porci coloro che han permesso tutto questo.

sabato 7 giugno 2014

Trovate la differenza

E visto che Venezia ha bisogno di ridere.....un regalo per voi.Finche' siete in vaporetto,trovate le differenze.Non sono poi molte.Un abbraccio.;-)

mercoledì 4 giugno 2014

Bea figura.

Considerando ea figura de merda che Venessia ga fatto ancuo,per qualche di' me astegnaro' dal scriver post.
Riflettemo.

lunedì 2 giugno 2014

L'aquilone

La verita' e' che siamo come degli aquiloni.Qualche volta voliamo lontano e ci spogliamo di ogni paura,qualche volta voliamo basso e torniamo a toccar terra con mano chiudendoci come dei ricci.Ma in verita' anche, e' meglio vivere sempre un po' sollevati da terra,come se nulla ci appartenesse davvero,come se in fondo facessimo parte di un altro pianeta da dove per sbaglio siam giunti qui,osservatori.Come un aquilone.
Per anni ho preso tante cose di petto,mi innervosivo,mi arrabbiavo con me stesso,perche' le cose non andavano come avrei voluto io.Poi piano piano e sempre guardando la terra come fossi un aquilone ho cominciato a capire che le cose non potevano andar sempre come piacevano a me.Ho imparato a perdonare molte cose,a giustificare nel mio cuore chi ha sbagliato con me.E cosi ho imparato ad accettare,ad accettare che se c'era il sole qualche giorno ci sarebbe stata anche la pioggia e che quella pioggia sarebbe servita a far crescere dei fiori meravigliosi,perche' una terra senza fiori non sarebbe stata una terra per me. Innervosirrsi perche' pioveva e si doveva uscire con l'ombrello era assurdo,era davvero come dire oggi mi arrabbio perche' al posto della pasta mangio il minestrone.Forse siam stati anche un po' tutti viziati e abbiamo avuto troppo.Carezze,tavole imbandite,frigoriferi pieni.E tutto era normale.Arrivare a casa ed aprire il frigo mettendosi in bocca la prima merendina che si trovava o il primo pezzo di emmenthal che ci si trovava davanti.Senza chiedersi mai,da dove arrivava e come mai quel pezzo di formaggio si trovava li dentro.
Ce lo comperavano i nostri genitori per non farci mancare niente,i vestiti,le scarpe,i primi telefoni.Gia', dico i primi perche' negli anni novanta avere un telefono era un lusso ancora di pochi.Il primo che ebbi lo presi usato ( come al solito accade al secondogenito) da mio fratello.Piu' che un telefono un cassone,con una batteria che pesava venti kili e che si usava esclusivamente per esibizionismo dato che si chiamava solo a casa per dire butta la pasta.Poi ci siamo abituati,la tecnologia,i grandi passi,i telefoni iphone,3,4,4s,4m,4z.Chi piu' ne ha piu' ne metta.Addirittura viene annunciata l'uscita del nuovo iphone e code senza fine di gente davanti ai negozi aspettano di entrare per pagare sei o settecento euro di un telefonino." Me tirasse " si dice a Venezia.Lo hanno ormai tutti, se lo sono comperato o per non sentirsi inferiori se lo son preso a costo zero con un contratto telefonico obbligatorio per almeno qualche anno.Ma ci lamentiamo della crisi e che non si tira a fine mese.Ed e' vero,la crisi c'e' e si sente.Perfino a Venezia,la citta' dove il turismo ha sempre portato turisti di un certo spessore,oggi anche li i turisti soggiornano per una giornata con un mangiare a sacco e dopo aver calpestato furtivamente tutti i masegni della citta' piu' bella del mondo,se ne vanno indisturbati senza aver manco capito di esser stati a Venezia.Tutto e' compulsivo.Si mettono sul vaporetto numero due e spingendosi l'un l'altra scattano foto a casaccio con la macchina digitale o con quell'aggeggio che pare un televisore.Se il ponte di Rialto sfugge a qualcuno,la moglie da dietro grida : Giovanni,il ponte devi prendere.Come se lo dovesse smontare per portarselo a casa.
E cosi Giovanni scatta velocemente qualche foto al ponte prima di proseguire sul canal grande.La osservo da li sopra la citta',da sopra quel ponte che da bambino non potevo sopportare perche' mi faceva girare la testa.
Penso che dall'alto e' tutto piu' bello e tutto inspiegabilmente piu' limpido.E mi sento cosi,sereno di poter osservare quei dettagli che a qualcuno sfuggono.Mi confondo tra la gente che parla,grida,ma e' tutto ovattato.Mentre la mia citta' si affolla di piedi di ogni misura e soffoca fra la gente,io mi coloro di Lei e la osservo dall'alto.....come fossi un aquilone.

Due Giugno

Venezia.I primi di Giugno si apre la stagione balneare,coi capannini e le spiaggie.
Un bambino seduto in riva al mare con il secchiello e la paletta sente alla radio che oggi e' festa.
- Mamma,ma che festa e' il due Giugno?
- I verse e capanne amore.

Occhi diversi.

Mi ero promesso da molto tempo di tornare alle impostazioni di questo mio blog. Mi aveva dato tante emozioni in passato, osservare le reazi...