martedì 20 maggio 2014

Lettera aperta a Matteo Renzi.

Caro Matteo Renzi,
oggi ti ho visto in tv da Barbara D'urso e sai il primo gesto istintivo che ho fatto quale e' stato?Quello di prendere in mano il telecomando e spegnere la tv.Nel frattempo borbottavo tra me e me : non ho voglia di sentire chiacchiere.
Nulla di personale,la tua faccia mi e' particolarmente simpatica.E' l'Italia che mi e' sempre meno simpatica,la situazione in cui ci troviamo da anni,anche la condizione nostra di persone di mezza eta'.
Quelle che son troppo vecchie per far dei lavori semplici come l'apprendista e sono troppo giovani per andare in pensione.Eggia',perche' ci han pensato quelli che ci han preceduto ad andare talvolta in pensione a 45 anni e stare tutta la vita sulle spalle della societa'.Ma gli spettava,e han fatto bene.Mentre noi i diritti li abbiam persi.Tutti.
Ma noi siamo gli sfigati di mezzo,quello che non comodano a nessuno e non servono a nessuno.Ho tante, tante, tante amicizie della mia eta' che mi fanno pena.Vivono alla giornata,giocando alle slot machine,con la speranza di prender piu' soldi e finendo col mangiarsi anche quelli che hanno.
Dopo aver sgambettato 20 anni,facendo piu' o meno tutti i lavori.In nero.Come si usava una volta,quando ti assumevano e i contributi non te li pagavano e tu che vedevi la vita come una strada senza fine eri comunque orgoglioso di imparare qualcosa e prender due soldi e lo facevi lo stesso.
Molti di noi han studiato,molti di noi hanno un mestiere,molti di noi lo fanno ancora nel totale precariato,molti di noi sono allo sbando.Chi se ne frega Matteo delle chiacchiere televisive,delle promesse,delle parole.Le hanno dette tutti,per anni,anni e anni .Parole,parole,parole....Sono nato nel 63 e in Italia ho sentito sempre e solo parole.Sicuramente gli anni in cui si stava meglio eran proprio quelli,cioe' quelli in cui son nato io,quando a vent'anni dalla guerra l'Italia si era ripresa e le donne vestivano eleganti vestiti a pois,mentre i mangiadischi di plastica invadevano le spiaggie.
La gente era felice,si sorrideva,ci si correva dietro in riva al mare,si cantava tintarella di luna.Oggi che vuoi cantare?E' ben poca la gente che canta,le famiglie che sono felici,serene.
Ne abbiam viste di tutti i colori,gente che si e' tolta la vita,persone che al mercato vanno a rovistare nelle spazzature.Amici che vanno a mangiare alla Caritas.Ne ho tanti Matteo.E mi vergogno,non perche' vanno a mangiare li,ma mi vergogno  di non poterli aiutare.
Mai avrei pensato di vedere tutto nella vita,questa instabilita',questa incertezza senza fine.
Non parlo di me.Io ho scelto una strada articolata e la porto avanti anche se con difficolta' perche' ci credo  .Ce la faccio o non ce la faccio quando ho mangiato io hanno mangiato tutti.Ma la gente e' stanca di chiacchiere.Stanca di urla,di gente strapagata che si incolpa l'un l'altra.
La gente e' stanca di gente che lavora un po di mesi e poi percepisce una pensione di migliaia di euro per anni e anni.Perche'?Quella gente e' meglio dell'altra?E' migliore dei miei amici che vanno a mangiare alla caritas?E che ha fatto di meglio?Magari e' nata solo in una famiglia piu' agiata,magari ha avuto solo la fortuna di essere paraculata.Senza il magari.Perche' essere paraculati nella vita serve di sicuro. Mi scuso per i termini,ma sono insostituibili.
Io onestamente in tv non ci andrei nemmeno con questo andazzo,mi limiterei a fare il mio lavoro e a farlo il meglio possibile affinche' la gente possa sorridere di piu'.
E' di questo che oggi si ha bisogno.Alla gente i colori non interessano piu'.Interessa poter vivere decentemente,poter pagare le bollette,l'affitto,il mangiare,senza essere obbligata a diventare disonesta.
Personalmente sono un ottimista,ma non sono bendato e devo fare i conti con la realta'.
La realta' e' questa.Tutto il resto sono parole,parole,parole.Inutili parole o forse parole utili agli addetti ai lavori, parole di cui la gente e' stanca.E sono sicuro,come ho spento io la tv oggi,chissa' quanti italiani l'han fatto,stanchi degli effetti speciali e stanchi di non aver i soldi per far la spesa,ma soprattutto stanchi di sentirsi cosi umiliati nel proprio paese.
Un caro saluto
Cesare Colonnese

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