Dai pettegolezzi alle ricette di cucina. Dal Make up alla comicità. Non ci faremo mancare nulla.
giovedì 31 luglio 2014
ll lato comico delle cose.
Osservate bene questa foto.Venezia,canal grande.Questo pontile in legno si chiama "imbarcadero" ed e 'da li che partono i vaporetti che portano i veneziani e i turisti in ogni parte della citta'.In maniera sempre piu' lenta e snervante ( pensate che alcune corse transitano ogni 30 minuti ).Quindi se a Venezia perdi un vaporetto sotto il naso,non accade come a Mestre che un autobus passa dopo dieci minuti...a Venezia no,devi startene seduto su una seggiola dell'imbarcadero per 30 interminabili minuti,oppure devi decidere di andare a piedi,attraversando la citta' e quella folla soffocante e insostenibile nel centro.Questo e' quel che passa il convento,fan cio' che decidono loro,la popolazione( peraltro sempre in diminuzione)non conta piu' niente.Contano solo i turisti che pagano sei o sette euro di biglietto per avere un servizio al quanto discutibile.Infatti si viaggia in piedi,senza spazio vitale,senza aria,come maiali,uno addosso all'altro.Ma i turisti sono estasiati dalla bellezza dei canali,impegnati a fotografare compulsivamente col loro tablet e non si accorgono nemmeno di aver pagato un sacco di soldi per un servizio che fa schifo.Questo e' quel che penso.Ma parliamo della foto.Comica,come tutte le cose che si contraddicono.Fan ridere.Stamattina l'ho postata sul social network,ma non tutti han colto il senso della foto.A parte l'estetica di questo baldacchino orribile posizionato in bella vista su molte fermate del canal grande ( mi chiedo dove abbia posizionati gli occhi certa gente...),il baldacchino dovrebbe essere una sorta di cancello da oltrapassare solo dopo aver timbrato il biglietto.Ma ( come i piu' attenti noteranno ) da un lato vi sono le macchinette per vidimare il biglietto e il passaggio per chi ha vidimato e dall'altra tutto aperto.Quindi puo' passare tranquillamente anche chi il biglietto non lo ha o non lo ha timbrato.Morale della favola.Quel baldacchino,oltre ad essere esteticamente una porcata, non serve a niente.Diranno ovviamente che il lavoro non e' terminato,giustamente,perche' le grandi opere si compiono un po' alla volta.
lunedì 28 luglio 2014
L'Amore e' un' altra cosa.
Parlavo con un'amica sere fa.Anche lei delusa dal suo ex,dai suoi comportamenti,dal suo modo di fare e dai suoi tradimenti inaspettati alimentati dalla rete.Quanti rapporti finiti cosi' stupidamente,quanti contatti veloci,quanto consumismo sessuale e poi,il nulla.
Oggi lo si vive piu' che altro cosi' l'incontro.Una chat,le generalita' tue,le sue,quanto sei alto,quanto pesi,come sei,descriviti.Due braccia,due gambe,due occhi.Non oso pensare se hai un occhio solo la risposta che puoi ricevere.Come fossimo in macelleria a comperare un pezzo di carne:mi dia le coscie prego.Cosi,una volta scelta la merce che piu' ci appetisce non ci rimane altro che l'incontro.
Transex per sposati,umiliami,tuttotuo,la porca.Si,lo so che rimarrete esterefatti,ma in fondo siate onesti,se vi fate un giretto in una qualsiasi chat le cose van da cosi a peggio.E li si trova chiunque.L'uomo sposato alla ricerca di avventure,l'uomo sposato che e' gay ma non lo dice,e cosi si nasconde dietro allo pseudonimo di bisex.In realta' non e' bisex,e' solo un gay che non ha avuto il coraggio di ammetterlo.Incontri,sporadici,sesso veloce,promesse.Che durano pochi giorni,qualche volta ore.Ma sono spesso deludenti,perche' un tempo si faceva l'amore con chi ci piaceva veramente,oggi lo si fa quando si e' al limite,per sfogo,se non col primo che capita,col secondo o il terzo.E poi si imbastiscono amori basati sul niente.Che crollano immancabilmente come castelli di carte.L'amore e' un altra cosa.
Oggi lo si vive piu' che altro cosi' l'incontro.Una chat,le generalita' tue,le sue,quanto sei alto,quanto pesi,come sei,descriviti.Due braccia,due gambe,due occhi.Non oso pensare se hai un occhio solo la risposta che puoi ricevere.Come fossimo in macelleria a comperare un pezzo di carne:mi dia le coscie prego.Cosi,una volta scelta la merce che piu' ci appetisce non ci rimane altro che l'incontro.
lunedì 21 luglio 2014
La zia D'America.Il ritorno.
E' proprio vero che non si cambia.Qualche volta facciamo finta di essere cambiati,di voler cambiare per far contento qualcuno,ma in fondo siam fatti cosi come siamo e non ne vedrei il motivo.Perche' cambiare?Meglio rimanere unici ed originali sempre.
La vecchia zia D'America che ormai conoscete tutti non finisce mai di stupirmi e stupire.Infatti,quest'anno alla veneranda eta' di 89 anni ha deciso di varcare un altra volta l'oceano per ribaciare la sua terra.Ovviamente il suo arrivo si e' trasformato nella solita tragedia all'italiana come la volta scorsa.
Vado a prenderla in aeroporto.Quando arrivo sono come al solito in largo anticipo e percio' con un amico taxista decidiamo di berci uno spritz al bar.Gli spritz diventano due,ma dato che l'aereo sta per atterrare uno strappo lo posso anche fare,penso in quel momento!All'ultimo istante,proprio due minuti prima dell'atteraggio si scatena in violento temporale.Cosi,il volo che sorvolava la laguna viene dirottato a Bologna.
Porca pupazza,ma possibile che ogni volta che lei arriva debba succedere il finimondo?
La zia D'America scesa a Bologna mi chiama gridando disperata: Hello Cesare, c'hanno scesi a Bologna !Mo' dicono che ci porteranno a Venezia.I hope.
Stiamo a vedere.Intanto gli spritz aumentano,diventano 3 e poi 4.Alle 23 esausto leggo che e' atterrato sul monitor l'aereo della zia D'America.Ora devo solo portarla a destinazione:Venezia.Comoda da raggiungere a queste ore.Praticamente sono arrivato a casa alle due di notte non dopo aver avuto un mal di pancia improvviso per via dell'acqua troppo fredda ( si dice cosi no? :-) )
Ora che deve ripartire per andare in America,la zia mi chiama e mi dice : Cesare,solo tu lo puoi fare questo piacere a zia !
Certo dimmi zia.
Devi accompagnarmi all'aeroporto Marco Polo per tornare.Dico va bene a che ora.Lei come niente fosse risponde:dobbiamo stare li alle tre di notte,you know.
La vecchia zia D'America che ormai conoscete tutti non finisce mai di stupirmi e stupire.Infatti,quest'anno alla veneranda eta' di 89 anni ha deciso di varcare un altra volta l'oceano per ribaciare la sua terra.Ovviamente il suo arrivo si e' trasformato nella solita tragedia all'italiana come la volta scorsa.
Vado a prenderla in aeroporto.Quando arrivo sono come al solito in largo anticipo e percio' con un amico taxista decidiamo di berci uno spritz al bar.Gli spritz diventano due,ma dato che l'aereo sta per atterrare uno strappo lo posso anche fare,penso in quel momento!All'ultimo istante,proprio due minuti prima dell'atteraggio si scatena in violento temporale.Cosi,il volo che sorvolava la laguna viene dirottato a Bologna.
Porca pupazza,ma possibile che ogni volta che lei arriva debba succedere il finimondo?
La zia D'America scesa a Bologna mi chiama gridando disperata: Hello Cesare, c'hanno scesi a Bologna !Mo' dicono che ci porteranno a Venezia.I hope.
Stiamo a vedere.Intanto gli spritz aumentano,diventano 3 e poi 4.Alle 23 esausto leggo che e' atterrato sul monitor l'aereo della zia D'America.Ora devo solo portarla a destinazione:Venezia.Comoda da raggiungere a queste ore.Praticamente sono arrivato a casa alle due di notte non dopo aver avuto un mal di pancia improvviso per via dell'acqua troppo fredda ( si dice cosi no? :-) )
Ora che deve ripartire per andare in America,la zia mi chiama e mi dice : Cesare,solo tu lo puoi fare questo piacere a zia !
Certo dimmi zia.
Devi accompagnarmi all'aeroporto Marco Polo per tornare.Dico va bene a che ora.Lei come niente fosse risponde:dobbiamo stare li alle tre di notte,you know.
martedì 15 luglio 2014
Qualcun altro capira'.
Ascoltare questa musica mentre scrivo questo post mi fa improvvisamente danzare con la mente.E poi nel vedere questa mia foto con un braccio alzato e vestito in quel modo mi fa sorridere e pensare a quanto la vita sia bella,malgrado le sue delusioni, le sue illusioni,i suoi tradimenti,i suoi improvvisi mutamenti.Malgrado la vita ci rubi qualche volta cio' a cui teniamo di piu',c'e' qualcosa dentro che ci spinge a danzare.E piu' danzo velocemente e piu' mi sollevo...piu' sorrido e mi sento vivo.Cosi' la musica diventa come un turbine,come una tromba d'aria che mi risucchia e mi porta via nel vento,lasciandomi dimenticare cose che il tempo aveva inciso nella memoria,come fossero iniziali impresse dentro una fede matrimoniale.Peso troppo eppure danzo.
Eppure voglio ballare,eppure danzo,si danzo,eppure danzo,lo dico ancora....con quella leggerezza che mai il mio corpo mi aveva concesso...Ora mi sento libero e felice. Forse dopo questo ballo c'e' la follia,ma e' una dolce follia che aiuta a sopravvivere.E qualcuno ti guarda e non capisce. Alla malinconia ti devi ribellare tu,prima che ti incateni.Qualcun altro capira'.
Eppure voglio ballare,eppure danzo,si danzo,eppure danzo,lo dico ancora....con quella leggerezza che mai il mio corpo mi aveva concesso...Ora mi sento libero e felice. Forse dopo questo ballo c'e' la follia,ma e' una dolce follia che aiuta a sopravvivere.E qualcuno ti guarda e non capisce. Alla malinconia ti devi ribellare tu,prima che ti incateni.Qualcun altro capira'.
domenica 13 luglio 2014
Un giorno scrissi per Te.
Anni fa,vivendo a fianco di mia Madre,ascoltandola,capendola,scrissi una lettera.La scrissi di getto,interpretando i suoi gesti e i suoi pensieri,perche' lei non poteva parlare.
La nonna negata
"Scrivo questa lettera con gli occhi,non la scrivo con la carta e la penna,perche' la malattia che ho avuto e' stata invalidante e mi ha tolto oltre alla parola la capacita' di scrivere totalmente quello che vorrei.E'difficile convivere col mondo,fatto di articoli da giornale e internet senza aver la possibilita' di scrivere e leggere correttamente.Ma affido ai miei occhi,ai miei sorrisi e alle mie lacrime la possibilita' di trasmettere a mio figlio cio' che non mi riesce di dire.
E mio figlio,al posto mio scrivera'per me,interpretando i miei pensieri e dicendo per filo e per segno quello che sento.
Ero una donna con molte energie,una donna che ha dedicato la vita alla famiglia,ai due figli che aveva,al marito.Qualche volta sbagliando,come tutte le persone del mondo,ma cercando sempre di comportarmi in maniera corretta con chi mi stava vicino.
Ammiro mio figlio per aver scelto di raccontare la verita',ammiro tutte le persone che decidono di dire la verita' delle cose,perche' non e' concepibile vivere nella menzogna e nella mediocrita'.
La storia della mia vita e' una storia difficile,difficile da raccontare,perche' piena di percorsi ripidi e cambiamenti imrovvisi che hanno fatto di me una persona fragile.Penso che la mia grande fortuna sia stata quella di avere al mio fianco un figlio che si e' preso sempre cura di me ed e' stato in grado di scavalcare grandi ostacoli.
Conoscete gia' la mia storia,che oggi e' la mia,ma che fino a un anno e mezzo fa apparteneva anche a mio marito che oggi purtroppo non c'e' piu'.
Un mese fa di urgenza sono stata ricoverata in ospedale.Quando sono arrivata,le mie condizione apparvero gravi.Avevo una boncopolmonite,ma nessuno si era accorto,perche' pur sentendomi sempre stanca non avevo mai la febbre o qualche sintomo particolare che potesse far sospettare mio figlio sul mio stato di salute.E poi la mia difficolta' nell'esprimermi e nel poter scrivere cio'che sento ha di sicuro complicato le cose.
Ho trascorso giorni difficili in cui non ero sicura di farcela.Ero improvvisamente caduta un altra volta in un baratro,e ogni volta che mi giravo guardandomi intorno vedevo mio figlio vicino a me.
Mi veniva un immensa forza di vivere e di combattere per vedere di nuovo sorridere lui.Lo vedevo triste,glielo leggevo negli occhi,come lui negli occhi miei ha letto questa lettera che ora sta scrivendo per voi.
Il secondo giorno di degenza in ospedale,chiesi a mio figlio di cercare mio nipote.Avevo paura di morire,avrei dovuto dirgli qualcosa.Avevo un immenso bisogno di comunicargli delle cose che sento,ma non ero in grado di spiegare a mio figlio che cosa volessi dire a mio nipote.E poi quello che vorrei dire a mio nipote riguarda noi due,riguarda me e lui e mio figlio non c'entra.
Ho insistito parecchio perche' mio figlio andasse a cercarlo,ma mio figlio non se la senti'.
Sono stati giorni terribili,perche' io stessa non sapevo se ce l'avrei fatta,mi sentivo di nuovo cosi debole e insicura che qualche volta avevo paura.
Pensavo a qualche anno fa,a quando ero una donna come tante altre,piena di vita e con la possibilita'di esprimermi liberamente.
Se solo fossi per un momento come ero una volta ,mio nipote lo andrei a chiamare io e gli parlerei dicendogli tutto quello che sento.Purtroppo non mi e' possibile...e nel letto di questo ospedale,in una giornata di novembre che sembra quasi primaverile,nascondo una lacrima e un sospiro tra il rumore di un erogatore per ossigeno che mi aiuta a respirare meglio.
Volto la faccia verso la finestra,per non farmi vedere da mio figlio,che seduto dall'altra parte del letto sta facendo finta di leggere un giornale.
Invece mio figlio guarda me,ma fa finta di non vedere e sento che sfiora con gli occhi i miei pensieri.Ha gli occhi lucidi,e quando me ne accorgo lui estrae un paio di occhiali da vista dalla borsa..per confondermi le idee
Cosi' mio figlio capisce per l'ennesima volta che mi scende una lacrima al desiderio di poter parlare con mio nipote.
Mi addormento e quando mi risveglio non ci penso piu'.
Prima di addormentarmi,tra la veglia e il sonno penso...ormai si e' fatto grande,ha 17 anni.Forse un giorno sara' lui stesso a cercare me,io non ce la potrei fare ad andare da lui.
A dire il vero lo avevo pensato,avevo pensato di andare sotto la sua scuola,oppure di andare dal preside della sua scuola per provare almeno a vederlo una volta.
Dicono tutti che e' uguale a mio figlio...
Ci sarei voluta andare,ma mio figlio dice che assolutamente non e' possibile perche' potrebbe essere pericoloso per la mia salute.
Mi mette malinconia tutto questo,il non poter agire,nemmeno quando su un letto di ospedale sto lottando un altra volta per riavere la vita che avevo.
Pero' mio figlio ha ragione....e alla fine mi calmo e mi riaddormento.
Chissa'se mio figlio ha capito cio' che volevo dire e se veramente ha capito che in questo momento avrei voluto dire qualcosa a mio nipote.
E pensare che una volta scrivevo poesie,le tenevo tutte in un quaderno che mio figlio trovo' in casa quando io ebbi l'ictus...quel brutto 18 dicembre.
So'che mio figlio ha fatto un sito,so che li qualche volta scrive dei pensieri,che le persone scrivono,gli mandano delle email.So' che e'diventato parte di un associazione con sede a Roma,che si chiama figli negati.So che sono stata premiata anche io come nonna dell'anno 2006.Si,queste cose le so',ma so anche che mio nipote non lo ho mai visto,che vorrei vederlo,per vedere se davvero somiglia cosi tanto a suo padre ...come tutti mi dicono e per potergli dire ti voglio bene.Questo,forse ce la farei a dirlo.
Come so che mi piacerebbe scrivere su quel sito...magari una lettera indirizzata a mio nipote,ma non lo posso fare,perche' non sono in grado.
A MENO CHE MIO FIGLIO LEGGENDO I MIEI PENSIERI...NON LO FACCIA PER ME"
Nonna Carmela
La nonna negata
"Scrivo questa lettera con gli occhi,non la scrivo con la carta e la penna,perche' la malattia che ho avuto e' stata invalidante e mi ha tolto oltre alla parola la capacita' di scrivere totalmente quello che vorrei.E'difficile convivere col mondo,fatto di articoli da giornale e internet senza aver la possibilita' di scrivere e leggere correttamente.Ma affido ai miei occhi,ai miei sorrisi e alle mie lacrime la possibilita' di trasmettere a mio figlio cio' che non mi riesce di dire.
E mio figlio,al posto mio scrivera'per me,interpretando i miei pensieri e dicendo per filo e per segno quello che sento.
Ero una donna con molte energie,una donna che ha dedicato la vita alla famiglia,ai due figli che aveva,al marito.Qualche volta sbagliando,come tutte le persone del mondo,ma cercando sempre di comportarmi in maniera corretta con chi mi stava vicino.
Ammiro mio figlio per aver scelto di raccontare la verita',ammiro tutte le persone che decidono di dire la verita' delle cose,perche' non e' concepibile vivere nella menzogna e nella mediocrita'.
La storia della mia vita e' una storia difficile,difficile da raccontare,perche' piena di percorsi ripidi e cambiamenti imrovvisi che hanno fatto di me una persona fragile.Penso che la mia grande fortuna sia stata quella di avere al mio fianco un figlio che si e' preso sempre cura di me ed e' stato in grado di scavalcare grandi ostacoli.
Conoscete gia' la mia storia,che oggi e' la mia,ma che fino a un anno e mezzo fa apparteneva anche a mio marito che oggi purtroppo non c'e' piu'.
Un mese fa di urgenza sono stata ricoverata in ospedale.Quando sono arrivata,le mie condizione apparvero gravi.Avevo una boncopolmonite,ma nessuno si era accorto,perche' pur sentendomi sempre stanca non avevo mai la febbre o qualche sintomo particolare che potesse far sospettare mio figlio sul mio stato di salute.E poi la mia difficolta' nell'esprimermi e nel poter scrivere cio'che sento ha di sicuro complicato le cose.
Ho trascorso giorni difficili in cui non ero sicura di farcela.Ero improvvisamente caduta un altra volta in un baratro,e ogni volta che mi giravo guardandomi intorno vedevo mio figlio vicino a me.
Mi veniva un immensa forza di vivere e di combattere per vedere di nuovo sorridere lui.Lo vedevo triste,glielo leggevo negli occhi,come lui negli occhi miei ha letto questa lettera che ora sta scrivendo per voi.
Il secondo giorno di degenza in ospedale,chiesi a mio figlio di cercare mio nipote.Avevo paura di morire,avrei dovuto dirgli qualcosa.Avevo un immenso bisogno di comunicargli delle cose che sento,ma non ero in grado di spiegare a mio figlio che cosa volessi dire a mio nipote.E poi quello che vorrei dire a mio nipote riguarda noi due,riguarda me e lui e mio figlio non c'entra.
Ho insistito parecchio perche' mio figlio andasse a cercarlo,ma mio figlio non se la senti'.
Sono stati giorni terribili,perche' io stessa non sapevo se ce l'avrei fatta,mi sentivo di nuovo cosi debole e insicura che qualche volta avevo paura.
Pensavo a qualche anno fa,a quando ero una donna come tante altre,piena di vita e con la possibilita'di esprimermi liberamente.
Se solo fossi per un momento come ero una volta ,mio nipote lo andrei a chiamare io e gli parlerei dicendogli tutto quello che sento.Purtroppo non mi e' possibile...e nel letto di questo ospedale,in una giornata di novembre che sembra quasi primaverile,nascondo una lacrima e un sospiro tra il rumore di un erogatore per ossigeno che mi aiuta a respirare meglio.
Volto la faccia verso la finestra,per non farmi vedere da mio figlio,che seduto dall'altra parte del letto sta facendo finta di leggere un giornale.
Invece mio figlio guarda me,ma fa finta di non vedere e sento che sfiora con gli occhi i miei pensieri.Ha gli occhi lucidi,e quando me ne accorgo lui estrae un paio di occhiali da vista dalla borsa..per confondermi le idee
Cosi' mio figlio capisce per l'ennesima volta che mi scende una lacrima al desiderio di poter parlare con mio nipote.
Mi addormento e quando mi risveglio non ci penso piu'.
Prima di addormentarmi,tra la veglia e il sonno penso...ormai si e' fatto grande,ha 17 anni.Forse un giorno sara' lui stesso a cercare me,io non ce la potrei fare ad andare da lui.
A dire il vero lo avevo pensato,avevo pensato di andare sotto la sua scuola,oppure di andare dal preside della sua scuola per provare almeno a vederlo una volta.
Dicono tutti che e' uguale a mio figlio...
Ci sarei voluta andare,ma mio figlio dice che assolutamente non e' possibile perche' potrebbe essere pericoloso per la mia salute.
Mi mette malinconia tutto questo,il non poter agire,nemmeno quando su un letto di ospedale sto lottando un altra volta per riavere la vita che avevo.
Pero' mio figlio ha ragione....e alla fine mi calmo e mi riaddormento.
Chissa'se mio figlio ha capito cio' che volevo dire e se veramente ha capito che in questo momento avrei voluto dire qualcosa a mio nipote.
E pensare che una volta scrivevo poesie,le tenevo tutte in un quaderno che mio figlio trovo' in casa quando io ebbi l'ictus...quel brutto 18 dicembre.
So'che mio figlio ha fatto un sito,so che li qualche volta scrive dei pensieri,che le persone scrivono,gli mandano delle email.So' che e'diventato parte di un associazione con sede a Roma,che si chiama figli negati.So che sono stata premiata anche io come nonna dell'anno 2006.Si,queste cose le so',ma so anche che mio nipote non lo ho mai visto,che vorrei vederlo,per vedere se davvero somiglia cosi tanto a suo padre ...come tutti mi dicono e per potergli dire ti voglio bene.Questo,forse ce la farei a dirlo.
Come so che mi piacerebbe scrivere su quel sito...magari una lettera indirizzata a mio nipote,ma non lo posso fare,perche' non sono in grado.
A MENO CHE MIO FIGLIO LEGGENDO I MIEI PENSIERI...NON LO FACCIA PER ME"
Nonna Carmela
Noi che qualche domanda ce la dovremmo fare.
Camminando per alcune strade del veneziano,ma penso in tutte le strade di Italia ci si imbatte in negozi nuovi aperti da persone straniere giunte nel nostro paese.
Nulla di che meravigliarsi,in fondo la globalizzazione e' ovunque e dagli Stati Uniti all'Europa e' oggigiorno un mescolarsi di etnie e religioni.Non che la cosa mi dispiaccia in fondo,stiamo imparando ad essere tutti fratelli forse,cosa che qualcuno fino a qualche anno fa faceva solo finta di aver imparato.L'intolleranza gratuita non l'ho mai sopportata.Trovo che invece si debba essere disinvolti con chiunque,perche' siamo tutti abitanti dello stesso pianeta e dovrebbe sembrare tutto normale.Meno normale e' quando chi entra nel tuo paese delinque per denaro e si sporca dei piu' gravi crimini.In tal caso posso asserire che di delinquenti ci bastavano i nostri.Meno normale anche e' vedere che chi entra nel tuo paese apre negozi,catene di negozi ( mentre tutti gli italiani li stan chiudendo strangolati dalle tasse) e che sulla saracinesca o sulla insegna scrive qualcosa di incomprensibile agli occhi degli italiani.Ecco no,questa la trovo una mancanza di rispetto e non solo.Trovo che sia un tentativo di spazzare via le tradizioni di quel paese per mettere la propria bandiera.E visto che ci stan riuscendo,mi pare anche piu' che un tentativo.E' dilagante,sempre di piu'.Strade in cui non si riconosce nemmeno piu' la propria citta',ma dove sembra di essere in Tunisia o in Turchia.Non perche' chi vi transita viene da li,ma perche' chi ci vive lo ha allestito allo stesso modo,con le proprie usanze.Mi chiedo se io andassi in Giappone o in Cina se mi lascerebbero cambiare l'estetica della loro citta',con abitudini e costumi del mio paese.Penso proprio di no.Piu' passeggio per le mie strade e piu' mi chiedo,ma dove sono finiti gli italiani?Che i veneziani fossero scappati dalla propria citta' lo avevo capito anni fa quando feci la manifestazione sulla spopolazione,ma qui mi pare che sia ben peggio...mi pare che gli italiani stiano scappando dal proprio paese,dopo aver chinato la testa per anni e anni lasciando accadere tutto questo.
E piu' ci allontaniamo,piu' qualcun altro prende possesso di cio' che apparteneva a noi.Noi che qualche domanda ce la dovremmo fare,perche' forse siam stati sempre troppo permissivi e creduloni coi nostri governi.Ecco dove ci han portato,fin qui.A lavorare una vita per non aver soldi e a vedere il nostro paese defraudato anche delle proprie tradizioni.Tutto il resto son chiacchiere che non servono a niente.Io guardo con gli occhi.
Nulla di che meravigliarsi,in fondo la globalizzazione e' ovunque e dagli Stati Uniti all'Europa e' oggigiorno un mescolarsi di etnie e religioni.Non che la cosa mi dispiaccia in fondo,stiamo imparando ad essere tutti fratelli forse,cosa che qualcuno fino a qualche anno fa faceva solo finta di aver imparato.L'intolleranza gratuita non l'ho mai sopportata.Trovo che invece si debba essere disinvolti con chiunque,perche' siamo tutti abitanti dello stesso pianeta e dovrebbe sembrare tutto normale.Meno normale e' quando chi entra nel tuo paese delinque per denaro e si sporca dei piu' gravi crimini.In tal caso posso asserire che di delinquenti ci bastavano i nostri.Meno normale anche e' vedere che chi entra nel tuo paese apre negozi,catene di negozi ( mentre tutti gli italiani li stan chiudendo strangolati dalle tasse) e che sulla saracinesca o sulla insegna scrive qualcosa di incomprensibile agli occhi degli italiani.Ecco no,questa la trovo una mancanza di rispetto e non solo.Trovo che sia un tentativo di spazzare via le tradizioni di quel paese per mettere la propria bandiera.E visto che ci stan riuscendo,mi pare anche piu' che un tentativo.E' dilagante,sempre di piu'.Strade in cui non si riconosce nemmeno piu' la propria citta',ma dove sembra di essere in Tunisia o in Turchia.Non perche' chi vi transita viene da li,ma perche' chi ci vive lo ha allestito allo stesso modo,con le proprie usanze.Mi chiedo se io andassi in Giappone o in Cina se mi lascerebbero cambiare l'estetica della loro citta',con abitudini e costumi del mio paese.Penso proprio di no.Piu' passeggio per le mie strade e piu' mi chiedo,ma dove sono finiti gli italiani?Che i veneziani fossero scappati dalla propria citta' lo avevo capito anni fa quando feci la manifestazione sulla spopolazione,ma qui mi pare che sia ben peggio...mi pare che gli italiani stiano scappando dal proprio paese,dopo aver chinato la testa per anni e anni lasciando accadere tutto questo.
sabato 5 luglio 2014
Fiori di zucca.
Alle volte un gesto semplice diventa una fiaba. Soprattutto ai giorni nostri, dove siamo spesso scontenti di tutto, dove chi ci circonda non e' piu' il vicino cordiale ed espansivo di un tempo. Forse è una persona che non parla nemmeno bene la nostra lingua e per questo a fatica... piu' di un sorriso o un buongiorno non ci porge. Che ridere! Magari di noi penserà la stessa cosa.
Eppure, a proposito di porgere, stamattina camminavo nel grigio delle strade del centro, quando un uomo anziano sbuco`dalla strada a destra, stringendo nella mano un grosso bouquet di fiori arancio. Almeno, così pareva; che fossero fiori! Insomma, non si capiva bene, ma di sicuro erano di un intenso colore!
Eppure, a proposito di porgere, stamattina camminavo nel grigio delle strade del centro, quando un uomo anziano sbuco`dalla strada a destra, stringendo nella mano un grosso bouquet di fiori arancio. Almeno, così pareva; che fossero fiori! Insomma, non si capiva bene, ma di sicuro erano di un intenso colore!
Inizialmente pensai potessero essere per una sposa, ma piu' si avvicinava e piu' vedevo che tra le mani stringeva dei fiori di zucca. Baldanzoso, quasi sorridente.
Fu piu' forte di me. Come un bambino alle giostre mi girai verso di lui esclamando: che meraviglia, i fiori di zucca!
Fu piu' forte di me. Come un bambino alle giostre mi girai verso di lui esclamando: che meraviglia, i fiori di zucca!
Mai avevo visto nella mia vita dei fiori di zucca cosi belli. Dove li ha presi? Nel mio campo che coltivo da solo, mi rispose. Sapessi che fatica si fa e alla fine nessuno lo apprezza!
Guardandomi mi porse il mazzo di fiori e mi disse: tienili pure, sono tuoi. No, grazie, non li posso accettare. Tienili mi disse insistentemente, mia moglie si scoccia perfino a cucinarli! Perbacco!
Un po' incredulo, forse un po' imbarazzato ma contento, allungai la mano ripetendo grazie, grazie, grazie, per almeno tre volte. L' anziano signore si voltò di scatto girando la testa, suonò un campanello e si infilo` in un portone, sparendo.
Un po' incredulo, forse un po' imbarazzato ma contento, allungai la mano ripetendo grazie, grazie, grazie, per almeno tre volte. L' anziano signore si voltò di scatto girando la testa, suonò un campanello e si infilo` in un portone, sparendo.
Io proseguii meravigliato e allegro su quella strada sotto un sole cocente. Il bagliore accecante di quei fiori di zucca, l'anziano signore con il suo orto incompreso, colorarono improvvisamente una caldissima, afosa giornata d'estate.
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Occhi diversi.
Mi ero promesso da molto tempo di tornare alle impostazioni di questo mio blog. Mi aveva dato tante emozioni in passato, osservare le reazi...
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Risposta a un articolo della signorina Tanya Gold apparso su The Guardian, Tuesday 8 September 2009 http:...