domenica 13 luglio 2014

Un giorno scrissi per Te.

Anni fa,vivendo a fianco di mia Madre,ascoltandola,capendola,scrissi una lettera.La scrissi di getto,interpretando i suoi gesti e i suoi pensieri,perche' lei non poteva parlare.


La nonna negata
"Scrivo questa lettera con gli occhi,non la scrivo con la carta e la penna,perche' la malattia che ho avuto e' stata invalidante e mi ha tolto oltre alla parola la capacita' di scrivere totalmente quello che vorrei.E'difficile convivere col mondo,fatto di articoli da giornale e internet senza aver la possibilita' di scrivere e leggere correttamente.Ma affido ai miei occhi,ai miei sorrisi e alle mie lacrime la possibilita' di trasmettere a mio figlio cio' che non mi riesce di dire.
E mio figlio,al posto mio scrivera'per me,interpretando i miei pensieri e dicendo per filo e per segno quello che sento.
Ero una donna con molte energie,una donna che ha dedicato la vita alla famiglia,ai due figli che aveva,al marito.Qualche volta sbagliando,come tutte le persone del mondo,ma cercando sempre di comportarmi in maniera corretta con chi mi stava vicino.
Ammiro mio figlio per aver scelto di raccontare la verita',ammiro tutte le persone che decidono di dire la verita' delle cose,perche' non e' concepibile vivere nella menzogna e nella mediocrita'.
La storia della mia vita e' una storia difficile,difficile da raccontare,perche' piena di percorsi ripidi e cambiamenti imrovvisi che hanno fatto di me una persona fragile.Penso che la mia grande fortuna sia stata quella di avere al mio fianco un figlio che si e' preso sempre cura di me ed e' stato in grado di scavalcare grandi ostacoli.
Conoscete gia' la mia storia,che oggi e' la mia,ma che fino a un anno e mezzo fa apparteneva anche a mio marito che oggi purtroppo non c'e' piu'.
Un mese fa di urgenza sono stata ricoverata in ospedale.Quando sono arrivata,le mie condizione apparvero gravi.Avevo una boncopolmonite,ma nessuno si era accorto,perche' pur sentendomi sempre stanca non avevo mai la febbre o qualche sintomo particolare che potesse far sospettare mio figlio sul mio stato di salute.E poi la mia difficolta' nell'esprimermi e nel poter scrivere cio'che sento ha di sicuro complicato le cose.
Ho trascorso giorni difficili in cui non ero sicura di farcela.Ero improvvisamente caduta un altra volta in un baratro,e ogni volta che mi giravo guardandomi intorno vedevo mio figlio vicino a me.
Mi veniva un immensa forza di vivere e di combattere per vedere di nuovo sorridere lui.Lo vedevo triste,glielo leggevo negli occhi,come lui negli occhi miei ha letto questa lettera che ora sta scrivendo per voi.
Il secondo giorno di degenza in ospedale,chiesi a mio figlio di cercare mio nipote.Avevo paura di morire,avrei dovuto dirgli qualcosa.Avevo un immenso bisogno di comunicargli delle cose che sento,ma non ero in grado di spiegare a mio figlio che cosa volessi dire a mio nipote.E poi quello che vorrei dire a mio nipote riguarda noi due,riguarda me e lui e mio figlio non c'entra.
Ho insistito parecchio perche' mio figlio andasse a cercarlo,ma mio figlio non se la senti'.
Sono stati giorni terribili,perche' io stessa non sapevo se ce l'avrei fatta,mi sentivo di nuovo cosi debole e insicura che qualche volta avevo paura.
Pensavo a qualche anno fa,a quando ero una donna come tante altre,piena di vita e con la possibilita'di esprimermi liberamente.
Se solo fossi per un momento come ero una volta ,mio nipote lo andrei a chiamare io e gli parlerei dicendogli tutto quello che sento.Purtroppo non mi e' possibile...e nel letto di questo ospedale,in una giornata di novembre che sembra quasi primaverile,nascondo una lacrima e un sospiro tra il rumore di un erogatore per ossigeno che mi aiuta a respirare meglio.
Volto la faccia verso la finestra,per non farmi vedere da mio figlio,che seduto dall'altra parte del letto sta facendo finta di leggere un giornale.
Invece mio figlio guarda me,ma fa finta di non vedere e sento che sfiora con gli occhi i miei pensieri.Ha gli occhi lucidi,e quando me ne accorgo lui estrae un paio di occhiali da vista dalla borsa..per confondermi le idee
Cosi' mio figlio capisce per l'ennesima volta che mi scende una lacrima al desiderio di poter parlare con mio nipote.
Mi addormento e quando mi risveglio non ci penso piu'.
Prima di addormentarmi,tra la veglia e il sonno penso...ormai si e' fatto grande,ha 17 anni.Forse un giorno sara' lui stesso a cercare me,io non ce la potrei fare ad andare da lui.
A dire il vero lo avevo pensato,avevo pensato di andare sotto la sua scuola,oppure di andare dal preside della sua scuola per provare almeno a vederlo una volta.
Dicono tutti che e' uguale a mio figlio...
Ci sarei voluta andare,ma mio figlio dice che assolutamente non e' possibile perche' potrebbe essere pericoloso per la mia salute.
Mi mette malinconia tutto questo,il non poter agire,nemmeno quando su un letto di ospedale sto lottando un altra volta per riavere la vita che avevo.
Pero' mio figlio ha ragione....e alla fine mi calmo e mi riaddormento.
Chissa'se mio figlio ha capito cio' che volevo dire e se veramente ha capito che in questo momento avrei voluto dire qualcosa a mio nipote.
E pensare che una volta scrivevo poesie,le tenevo tutte in un quaderno che mio figlio trovo' in casa quando io ebbi l'ictus...quel brutto 18 dicembre.
So'che mio figlio ha fatto un sito,so che li qualche volta scrive dei pensieri,che le persone scrivono,gli mandano delle email.So' che e'diventato parte di un associazione con sede a Roma,che si chiama figli negati.So che sono stata premiata anche io come nonna dell'anno 2006.Si,queste cose le so',ma so anche che mio nipote non lo ho mai visto,che vorrei vederlo,per vedere se davvero somiglia cosi tanto a suo padre ...come tutti mi dicono e per potergli dire ti voglio bene.Questo,forse ce la farei a dirlo.
Come so che mi piacerebbe scrivere su quel sito...magari una lettera indirizzata a mio nipote,ma non lo posso fare,perche' non sono in grado.
A MENO CHE MIO FIGLIO LEGGENDO I MIEI PENSIERI...NON LO FACCIA PER ME"

Nonna Carmela


 

2 commenti:

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